Secondo Cateno De Luca il decreto dell’11 marzo del premier Conte per il contrasto del coronavirus sarebbe “acqua fresca”, mentre occorrerebbero misure più restrittive. Così, il Sindaco di Messina annuncia che l’ordinanza verrà confermata e che a Messina sarà «tutto chiuso senza sé e senza ma».
Il primo cittadino non arretra e, nonostante le nuove misure varate dal governo nazionale per limitare il diffondersi del COVID-19, decide di portare avanti la propria ordinanza contestando di fatto il decreto dell’11 marzo del Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, e ribadendo la necessità, secondo lui, di attuare il coprifuoco a Messina.
La nota del sindaco Cateno De Luca
I due provvedimenti, di fatto, differiscono su diversi punti e, se attuati contemporaneamente, vedrebbero per Messina misure diverse rispetto a quelle disposte per il resto d’Italia. Ma vediamo, nel dettaglio cosa ha dichiarato pochi minuti fa il sindaco De Luca.
«Le misure straordinarie del Premier Conte sono acqua fresca perché non garantiscono un contenimento drastico del virus e soprattutto risultano contraddittorie – tuona il sindaco De Luca. Scorrendo l’elenco dove sono enumerate le attività che secondo il Governo sono ritenuti necessari perché venderebbero beni di prima necessità, non si può non rilevare l’assoluta incongruenza di una simile elencazione. Inserire tra gli esercizi che vendono beni di prima necessità gli esercizi non specializzati di computer, periferiche, attrezzature, la vendita di articoli per illuminazione o ancora le ferramenta o ancora le profumerie, lascia davvero perplessi sul senso del significato che si intende attribuire alla dicitura “beni di prima necessità”, soprattutto ove si consideri che, contemporaneamente, si consente la consegna con pony express e si invita a favorire il telelavoro o comunque le modalità di lavoro on line».
«L’incongruenza di tale elencazione – aggiunge –, che finisce per lasciare aperte più attività di quelle che dovrebbero essere chiuse, rende inefficace lo stesso DPCM e non gli consente di raggiungere il suo fine, che è quello di limitare la circolazione delle persone al fine di contenere il contagio. Ribadisco il concetto essenziale di coprifuoco, quello che invece Conte non utilizza, rendendo il suo provvedimento monco. La trasmissione del virus avviene attraverso la circolazione delle persone».
«Quanto disposto dal nuovo provvedimento del Presidente del Consiglio – prosegue il sindaco De Luca – non solo lo avevamo già anticipato a Messina, ma avevamo previsto delle disposizioni più incisive, chiudendo di fatto qualsiasi attività, ad eccezione dei generi che veramente costituiscono beni di prima necessità, tra i quali non ritengo possano rientrare i profumi o i cacciavite. In queste 48 ore, faremo quindi solo delle integrazioni di carattere giuridico che saranno rese definitivamente note domani entro le 21. La nostra ordinanza rimarrà in piedi».
«Di fatto – ribadisce Cateno De Luca – seguendo i dettami nazionali invece che sospendere, resteranno aperte banche, poste, edicole, fabbriche, call center, assicurazioni e artigiani. Tradotto? L’epidemia che da Nord a Sud sta mettendo in ginocchio il nostro Paese non sarà affatto estirpata. Alle volte è necessario osare, essere impopolari in nome di un bene superiore, quello comune. Rammento che questa mattina è stata diffusa, con grande senso di speranza e di sollievo, la notizia che a Codogno, dopo 15 giorni di assoluto isolamento – coprifuoco – per la prima volta non si sono registrati nuovi contagi.
«Messina – conclude – è una città metropolitana con 250mila abitanti, Codogno ne conta appena 15mila, eppure ha impiegato 15 giorni per arrestare il contagio. Vogliamo davvero attendere che il contagio si diffonda a macchia d’olio o ci rendiamo conto che è necessario agire con responsabilità e severità, limitare adesso i nostri spostamenti al minimo essenziale ed evitare di aggravare la già conclamata pandemia mondiale».
Detto questo, il sindaco di Messina Cateno De Luca ha annunciato la sua intenzione di non ritirare l’ordinanza, di modificarla in alcuni punti ma di mantenerla. Stasera alle 19.00, in diretta Facebook, il primo cittadino metterà a confronto i due documenti, il decreto dell’11 marzo e l’ordinanza sindacale, e presumibilmente spiegherà come intende procedere.
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