I 15 fondatori del Birrificio Messina hanno incontrato Papa Francesco per raccontare la loro avventura e donare al Santo Padre una bottiglia di birra speciale.
«Una birra dal sapore speciale che mescola luppolo e sacrificio con malto d’orzo e legalità».
L’incontro è avvenuto in occasione della Festa del Preziosissimo Sangue, svoltasi sabato mattina nell’aula Paolo VI del Vaticano, ed ha dato l’opportunità di ripercorrere i momenti più importanti della storia del Birrificio Messina e dei suoi 15 fondatori.
«Siamo 15 pazzi che si sono buttati in questa avventura di lavoro che oggi ci ha portato qui. Abbiamo perso il nostro lavoro quando quasi tutti avevamo 50 anni, ci siamo trovati a vivere una situazione difficile e in una città che non offre niente. Ma noi siamo andati avanti, abbiamo fatto un cooperativa, oggi siamo il Birrificio Messina».
Con queste parole e la voce rotta dall’emozione, Mimmo Sorrenti ha raccontato la storia del Birrificio Messina: un’avventura che, nell’aula Paolo VI, è diventata esempio di coraggio e messaggio di speranza. Ad ascoltare il racconto dei 15 fondatori oltre quattromila persone giunte in Vaticano per l’importante ricorrenza ecclesiale e l’incontro con Papa Francesco.
«Dalla nostra parte – ha proseguito Sorrenti – abbiamo avuto la città di Messina che è stata sempre solidale con noi, abbiamo avuto tante persone che hanno creduto in noi. Per questo dobbiamo ringraziare tutte le persone che ci sono accanto e, più di tutti, le nostre mogli».
Un “grazie” particolare è stato, poi, rivolto a don Terenzio Pastore, che ai tempi della durissima vertenza era parroco a Messina e fu sempre vicino ai 15, diventando la loro guida spirituale. Don Terenzio non ha mai dimenticato il Birrificio Messina e quegli uomini che non si sono arresi davanti a difficoltà che sembravano insormontabili. E oggi che è Direttore provinciale dei missionari del Preziosissimo Sangue ha voluto che questa storia di lavoro e di speranza tutta messinese potesse essere raccontata direttamente a Papa Francesco.
Toccanti le parole scelte proprio da don Terenzio, ma ancor più emozionante il modo in cui ha introdotto a Papa Francesco la “storia dei 15”: «Ci sono 15 papà di famiglia di Messina che dopo il licenziamento e dopo anni di sofferenze e porte chiuse, sono riusciti con l’aiuto di Dio e con le proprie forze ad aprire un birrificio tutto loro dove producono una birra dal sapore speciale che mescola luppolo e sacrificio con malto d’orzo e legalità».
Poi l’incontro direttamente con Papa Francesco. Il Presidente Mimmo Sorrenti e Adolfo Giordano hanno potuto scambiare qualche parola con il Santo Padre. Direttamente da Messina anche una bottiglia speciale di birra, confezionata appositamente per l’occasione, con una dedica speciale per il Papa, i colori di Messina e del Vaticano e tutto il sapore della Birra dello Stretto.
Il Papa ha accettato il regalo, portato in dono insieme ad un ritratto. Ha abbracciato i due imprenditori operai di Messina, ha stretto le loro mani, ha dato la Sua benedizione a questa impresa tutta messinese che è diventata testimonianza di forza, orgoglio e speranza.
«Chi ha un sogno deve continuare a sognare perché solo così il sogno si avvera, come è successo a noi. Ai giovani diciamo di non mollare mai, se noi a 60 anni ce la stiamo facendo possono farcela tutti» ha detto Sorrenti nell’aula Paolo VI.
«Siamo riusciti a passare dal gazebo della protesta al Vaticano, è incredibile» è stato uno dei commenti una volta usciti dall’aula Paolo VI. E così “i 15” sono tornati a Messina, nel loro Birrificio, con la benedizione di Papa Francesco e un’altra storia da poter raccontare.
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