Il coordinatore di Futuro a Sinistra Messina, Maurizio Rella, la segretaria della federazione dei Verdi Messina, Raffaella Spadaro, ieri, hanno effettuato un sopralluogo nella zona Falcata, Cittadella e via Don Blasco. Ecco le valutazioni che riportano, congiuntamente, su una nota:
“Nel constatare ed accertare, peraltro, come da decenni, il totale stato di abbandono di questa parte della città con caratteristiche ineguagliabili e potenzialità uniche, finora inespresse e vanificate, ci siamo trovati di fronte al crollo di alcune parti, verificatesi nell’edificio storico pre-terremoto ubicato lungo la via don Blasco. Una palazzina presumibilmente del XIX secolo. Il fabbricato, di pregevole valore, da decenni destinato ad un lento, progressivo e inesorabile degrado e alla conseguente rovina, oggi presenta parti consistenti della struttura muraria e di elementi di pregio decorativo in procinto di crollo con conseguente rischio per l’incolumità pubblica, oltre all’ovvio danno artistico architettonico.
Constatato ciò – proseguono Rella e Spadaro -, abbiamo allertato vigili urbani e vigili del fuoco ,che sono intervenuti transennando la zona. Contestualmente intervenivano i tecnici della Protezione Civile,che confermavano il rischio di crollo della palazzina . La zona è stata immediatamente preclusa al traffico. Quanto constatato, ci porta a stigmatizzare il fatto e quanto sia urgente intervenire , a partire da questa storica palazzina, per un recupero di tutta la zona della cittadella e del water front, della via Don Blasco e, quindi, della”via del Mare”, la cui realizzazione tarda ancora.
Denunciamo con forza il degrado – concludono – di questa parte di città e auspichiamo interventi , finalmente concreti, verso un piano complessivo di valorizzazione della zona. Anticipiamo iniziative pubbliche su questo tema, dove avanzeremo proposte finalizzate allo scopo”.
Di seguito, Rella e Spadaro hanno prodotto una breve scheda dell’edificio di via Don Blasco:
Palazzo Liberty costruito nella seconda metà del secolo XIX, sui ruderi di un fortino costruito dai rivoluzionari del 1848, per mettere sotto tiro il forte Don Blasco, fu distrutto dal cannoneggiamento della flotta borbonica. Dopo l’Unità, terreno e rudere furono acquistati da un privato che vi costruì una residenza di due grandi appartamenti con attico.
Al piano terreno vi erano i magazzini. Successivamente fu acquistato dal cavaliere Scardino, mentre ultimamente è stato acquisito da un costruttore. Se si osserva l’angolo in basso, si vedono i resti del fortino che fungono da fondamenta all’edificio. Esso fu costruito con i dettami della legge antisismica borbonica, poi rinnovata dal perlamento unitario, come del resto il teatro Vittorio Emanuele, palazzo cicala e tutta la zona d’espansione di via dei Mille e via Maddalena, compresi i fabbricati di Piazza Don Fano, costruzioni tutte coeve e che hanno resistito al terremoto del 1908.
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