Dopo aver abbandonato il tavolo del confronto con il sindaco De Luca sul Salva Messina, il segretario della CGIL Giovanni Mastroeni e il segretario della FP CGIL Francesco Fucile spiegano le motivazioni del loro NO al progetto che domani verrà votato in aula dal Consiglio Comunale e che sancirà sia il futuro di Messina che del primo cittadino.
«Ancora una volta, quella raccontata dal sindaco De Luca è una verità distorta ed alterata dal suo bisogno di additare dei colpevoli, in questo caso CGIL ed FP CGIL, e distogliere l’attenzione dal vero “nocciolo” della questione: le conseguenze, devastanti, che il piano “Salva Messina”, anche alla luce dell’accordo sottoscritto da CISL e CISAL, avrà sui lavoratori dei servizi comunali, dei servizi sociali, delle partecipate» scrivono Mastroeni e Fucole in una nota congiunta in cui spiegano che CGIL ed FP CGIL hanno detto e dicono no al “Salva Messina” perché si propongono tagli pari a 10 milioni sul personale senza specificare dove e come: «Sottoscrivere un accordo a “scatola chiusa” sarebbe stata, da parte nostra – continuano – una scelta irresponsabile poiché, proprio alla luce del taglio in questione, non è credibile poter salvaguardare tutti i posti di lavoro».
Dopo la UIL, che già ieri aveva spiegato le motivazioni della bocciatura del Salva Messina, definendolo “Ammazza Messina”, anche la CGIL punta il dito contro il documento del sindaco, che risulta inaccettabile in diversi punti.
Sul fronte dei servizi sociali, ad esempio, altra questione che non convince CGIL e FP CGIL è quella riguardante l’internalizzazione di alcuni servizi e l’eliminazione delle coooperative sociali. «Al punto 4 della parte II – spiegano – viene indicata una generica “internalizzazione dei servizi comunali e delle partecipate” senza che venga fornita alcuna indicazione operativa sul modus operandi da seguire». E ancora «è possibile pensare di sottoscrivere un documento in cui è già stata decisa – senza accettare alcun proposta di modifica – l’immediata soppressione del servizio di pulizia e facchinaggio, con conseguente licenziamento di 40 lavoratori. Cifra quest’ultima che si somma ai 92 che hanno perso il posto di lavoro da quando De Luca ha fatto il suo ingresso a Palazzo Zanca».
«Non condividiamo – continuano Mastroeni e Fucile – i sacrifici richiesti ai dipendenti comunali e delle partecipate attraverso la riorganizzazione degli orari di lavoro e la consequenziale razionalizzazione dei buoni pasto, con un risparmio di spesa di circa 500 mila euro».
In merito poi alla riorganizzazione e alla razionalizzazione dell’apparato burocratico comunale e del sistema delle partecipate «diciamo no perché prevede una ricollocazione del personale in esubero in altre realtà, e tale scelta non è sostenuta dalla normativa vigente in quanto l’unica procedura possibile è il comando temporaneo che è sbagliato richiedere ai lavoratori».
Per i rappresentanti della CGIL il Salva Messina non prevede un progetto di crescita delle aziende partecipate (Atm, Amam, Messina Servizi Bene Comune), le quali, piuttosto, vengono interessate da un serie di tagli e di possibili future già annunciate da De Luca privatizzazioni, a cominciare da Messina servizi, che la CGIL rifiuta categoricamente, che ne mettono in discussione l’equilibrio economico, la qualità del servizio offerto e la sicurezza futura per gli addetti. «Esempio di ciò – continua la CGIL – è l’odierno, negativo, blocco del funzionamento del tram e il piano dei servizi ATM operante da alcuni giorni, che ha creato solo disservizi e proteste da parte dei cittadini».
Dopo aver spiegato, punto per punto, tutti motivi del loro NO, la CGIL annuncia l’inizio di un percorso che porterà allo sciopero dei lavoratori.
«Nei prossimi giorni proseguirà il percorso verso la mobilitazione dei lavoratori interessati dopo che sono stati sottoscritti, come prevede la normativa per l’effettuazione dello sciopero nei servizi pubblici, i verbali negativi all’ATM, AMAM, Messina Servizi Bene Comune. La CGIL e la Funzione pubblica, come sempre, si muoveranno solo ed esclusivamente per raggiungere accordi che veramente tutelino i lavoratori e gli interessi generali della città»
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