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Giorno del Ricordo, ANPI Messina contro la «strumentalizzazione delle foibe»

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Si accende la polemica sul Giorno del Ricordo, la commemorazione nazionale dei martiri delle foibe e dell’esodo giuliano dalmata che si terrà domani, giovedì 10 febbraio, anche a Messina, dove sono in programma alcune iniziative. A intervenire nel dibattito stavolta è il comitato provinciale dell’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) Messina.

«Puntualmente – si legge in una nota – anche quest’anno in vista del Giorno del Ricordo, le vicende del confine orientale vengono cinicamente strumentalizzate da gruppi estremistici di chiara ispirazione neofascista. Purtroppo, anche alcune giunte comunali e regionali, ispirate dal nazionalismo dei partiti e dei gruppi di estrema destra, tentano di proporsi come vittime e di colpevolizzare i partigiani titini o peggio ancora tentano di porre sullo stesso piano le vittime del nazifascismo, pianificato nei campi di sterminio e le vittime delle foibe».

Da ANPI Messina ci tengono a precisare che non si tratta in alcun modo di negazionismo. «È doveroso – continuano – ricordare che le foibe e l’allontanamento di tanti cittadini di lingua italiana dalla loro terra è un fatto reale e drammatico che l’ANPI non ha mai sottaciuto, come non è mai stato nascosto che tante vittime e tanti esiliati erano semplicemente innocenti. Ma raccontare la storia in modo parziale, distorcendo la realtà è un atto inqualificabile e da condannare senza esitazioni».

Il vero negazionismo, secondo l’ANPI, sarebbe «negare e oscurare che all’origine di tutti i fenomeni degenerativi di cieca violenza furono la tragedia dell’invasione fascista di quei territori, l’italianizzazione forzata delle popolazioni, le torture, gli stupri, gli assassinii di massa da parte dei fascisti italiani, istriano-dalmati e i loro camerati slavi gli ustascia di Ante Pavelic».

«Storicizzare – spiegano – quello che è accaduto non giustifica le violenze indiscriminate. Storicizzare significa che c’era una guerra scatenata dal nazifascismo e che alla guerra, in realtà complessa, come quella del confine orientale, in cui vivevano nazionalità italiane, slave e tedesche, inevitabilmente si sono sommati elementi di guerra civile che è sempre una guerra difficile da eliminare anche quando si giunge al termine formale dei conflitti».

Giorno del Ricordo a Messina, l’ANPI chiede di aggiornare la legge del 2004

L’accusa prosegue verso quelli che, vestendosi da giustizieri, non sarebbero mai andati dall’altra parte a sentire le opinioni di chi è stato vittima della repressione fascista.

«Non citano – evidenziano – mai le parole di Mussolini che considerava insignificante sacrificare mezzo milione di slavi barbari per affermare l’italianità di quei territori. Non citano mai la Risiera di San Sabba, neppure i campi di concentramento di Arbe e gli altri. Non sanno quanti patrioti slavi sono finiti nelle foibe. Non sanno quanti sloveni, croati e serbi sono stati eliminati per garantire la supremazia nazifascista. Certamente non lo sanno, ignoranza e arroganza li mantengono all’oscuro. È il solito modus operandi di chi non ha argomenti, ma in compenso ha molta nostalgia per il ventennio fascista».

In conclusione, il comitato provinciale di Messina dell’ANPI chiede un aggiornamento della legge istitutiva del Giorno del Ricordo. «La legge istituita per il Giorno del Ricordo, del 2004, dovrebbe essere aggiornata, affinché, si possa tacitare il vergognoso contributo di tutti quei politicanti da operetta e lasciarla esclusivamente al rigore e professionalità di chi fa ricerca storica».

Foto reperita dalla pagina Facebook ANPI Sez.Comunale Aldo Natoli Messina

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