Continuano le reazioni dei Consiglieri comunali alla proposta del sindaco Cateno De Luca di modificare il regolamento consiliare. Tra i punti che stanno facendo discutere di più in questi giorni ci sono, senza dubbio, quello riguardante la riduzione dei tempi decisionali da parte del Civico Consesso e quello sui gettoni di presenza.
Il primo cittadino, infatti, sostiene di essere prigioniero dei tempi del Consiglio Comunale e che nessuna ricompensa dovrebbe essere riconosciuta a chi, durante le sedute «rimane per qualche minuto e poi scompare al momento della votazione».
Dito puntato anche sulle Commissioni consiliari: «Perché si devono concludere senza una decisione espressa – si interroga De Luca – continuando con il malcostume del numero legale presunto e distribuzione di gettoni di presenza, senza aver prodotto nulla per la comunità?».
A rispondere, oggi, sono i consiglieri del gruppo Sicilia Futura che lanciano a sindaco ed assessori una vera e propria sfida.
«La deliberazione di Giunta Comunale n. 512 del 6.9.2018 avente per oggetto modifiche al Regolamento di funzionamento del Consiglio Comunale, configura in modo evidente l’obiettivo del Sindaco Cateno De Luca, con la scusa di rendere più efficiente il Consiglio stesso, di dettare le regole di funzionamento dell’organo collegiale che viceversa è stato eletto dai cittadini per indirizzare e controllare l’operato del Sindaco. Saremmo al ribaltamento delle regole democratiche: la legge prevede che sia il Consiglio comunale ad indirizzare il Sindaco ed a controllarne l’operato e invece il novello “legislatore” De Luca si sostituisce al Parlamento nazionale e regionale e vorrebbe dettare lui le leggi e le regole». Parole dure quelle scelte dai Consiglieri Alessandro De Leo, Pietro G. La Tona, Antonino Interdonato e Daria Rotolo, convinti che il sindaco voglia ribaltare le regole diventano lui stesso il “controllore” del Consiglio Comunale la cui funzione è, invece, proprio quella di vigilare sull’operato del primo cittadino.
E se, da un lato, Sicilia Futura si dichiara assolutamente d’accordo a fissare tempi certi per giungere alle deliberazioni anche se «non possono essere i 10 gg. indicati dal Sindaco» ed a concordare la data e l’ora delle riunioni di Commissione e Consiglio per le quali si richiede la presenza del Sindaco, degli Assessori e dei Dirigenti comunali con i diretti interessati, tutto il resto viene definito «semplicemente “inaccettabile e offensivo”, perché mette in discussione l’onorabilità, la serietà e la professionalità di ogni singolo consigliere comunale, che prima ancora di essere tale è comunque un cittadino ed un professionista onesto».
E sulla questione “gettoni di presenza” le idee sono altrettanto chiare. «La proposta, ragionando dei gettoni di presenza e vincolandoli ad alcune condizioni irrealizzabili, vuole gettare il sospetto che nelle sedute di Commissione e di Consiglio si temporeggi al solo fine di aumentare il numero di gettoni da percepire – continua la nota di Sicilia Futura. A prescindere dal fatto che la legge già prevede un tetto massimo rispetto al numero di gettoni di presenza erogabili ai consiglieri comunali, riteniamo offensiva questa impostazione perché compito del Consigliere non è solo partecipare alle Commissioni ed ai Consigli, ma incontrarsi con gli uffici, acquisire gli atti, studiarli, fare mozioni, proposte, interrogazioni, interpellanze, ascoltare le richieste dei cittadini amministrati, farsene portavoce, tutto un lavoro che non si può quantificare né semplicemente ridurre alla partecipazione alle sedute di Commissione e/o Consiglio, dove, comunque, tutte queste attività di studio e controllo vanno condivise con gli altri colleghi in un dibattito che deve essere sereno e congruo senza essere finalizzato ad una decisione immediata o peggio ancora al minutaggio necessario per “conquistare” il gettone di presenza».
E parlando di gettoni di presenza, Alessandro De Leo, Pietro G. La Tona, Antonino Interdonato e Daria Rotolo lanciano una frecciatina al sindaco De Luca sulla questione dell’indennità da parlamentare. «Riteniamo “scorretto” questo modo di agire del Sindaco, così come sarebbe scorretto se noi gli chiedessimo di spiegarci perché tra l’ indennità di Sindaco e quella di Deputato regionale ha preferito la seconda, ancorché sia evidente a tutti che stia svolgendo in maniera prevalente, se non esclusiva, la funzione di Sindaco. Cosa sta producendo l’On. le Cateno De Luca alla Regione siciliana, per meritare che i cittadini isolani si accollino la sua indennità, fra l’altro più sostanziosa di quella da Sindaco di Messina. O quelli della Regione non sono soldi pubblici quanto quelli del Comune?».
E la stessa riflessione viene indirizzata anche a tutti gli assessori della Giunta De Luca, riguardo a quali si legge nella nota: «Sarebbe, altresì, scorretto se chiedessimo agli Assessori comunali quante proposte di delibere hanno avanzato per giustificare la loro indennità mensile molto più alta di quella di un consigliere comunale e che percepiscono senza dover dare conto a nessuno, se non al Sindaco, nemmeno della loro presenza attraverso sofisticati sistemi elettronici per come avviene per i Consiglieri comunali. Sarebbe scorretto tutto questo, perché sappiamo che gli Assessori stanno lavorando, perché li vediamo, a prescindere dal fatto che abbiano o meno firmato le proposte di Giunta che sono tutte a firma del Sindaco, o che abbiano un badge marca – presenza».
E dopo aver analizzato l’intera questione delle modifiche al regolamento del Consiglio Comunale, arriva la proposta dei consiglieri al primo cittadino: «Considerato che il Sindaco la pone su questo piano, tentando di additarci alla Città come dei nullafacenti e per di più retribuiti, facendo leva sui vecchi “vizi e difetti” della politica cittadina che non ci appartengono, desideriamo avanzare la seguente proposta di buon senso: anziché dimettersi il Sindaco o il Consiglio Comunale, rimaniamo tutti ai nostri posti, rinunciando a qualsiasi indennità e operando in maniera totalmente gratuita per il bene della Città che rappresentiamo. Ma tutti, però, nessuno escluso: Sindaco, Assessori, Consiglieri, Componenti dei Consigli di Amministrazione delle Partecipate. Daremmo così veramente un bel segnale ai nostri cittadini ed eviteremmo di dover contare il minutaggio di un’attività che dovrebbe essere la nobile arte della politica e che, invece, per lo sciacallaggio di chi pur di vincere le elezioni fa “populismo” è diventata una cosa di cui quasi doversi vergognare».
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