«Manca dall’acqua fino al sale e si parla di ponte sullo Stretto», questa l’amara considerazione di Giacomo Di Leo, coordinatore provinciale di Messina del Partito Comunista dei Lavoratori, nella conferenza stampa svoltasi nella mattinata di oggi nella Sala Ovale del Comune per discutere dell’annoso problema delle frane a Capo Alì e, soprattutto, dell’esposto presentato alla Procura della Repubblica, a nome di tutti i cittadini che non possono e non vogliono più sopportare la situazione di pericolo di quel tratto di strada statale.
Alla conferenza stampa sono intervenuti anche Nino Miceli, presidente movimento “Aiutiamoci Noi”, Francesco Urdì per la Cub (Confederazione Unitaria di Base) Messina.
«La montagna ci fa paura – continua Di Leo -. Si parla sempre di sicurezza, questo è la base per i cittadini. Potere usufruire dei servizi di base, muoversi liberamente senza rischiare nulla, senza temere la caduta di massi. Muoversi senza dovere fare giri inutili e lunghissimi per chi si deve spostare solo di pochi km».
«Il governo nazionale è assente – aggiunge -, un governo che parla di Alta Velocità ma che non consente ai suoi cittadini di muoversi liberamente. Questa arteria è in queste condizioni da 40 anni. L’esposto alla Procura – spiega – è inevitabile ormai. L’alluvione del 2009 non ci ha insegnato niente. Ci illudono con la riapertura della strada, ma la riapertura non è la soluzione».
La stessa opinione è stata espressa da Nino Miceli che ha dichiarato:
«Nessuno può dire “Noi non sapevamo, non potevamo immaginare…”, sono stanco di fare petizioni, di raccogliere firme. Chiediamo una strada alternativa, ovvio, ma – continua Miceli -, bisogna stare attenti, bisogna vedere come la faranno, dobbiamo essere sicuri che sarà costruita bene».
«Ci si potrebbe chiedere il perché del coinvolgimento dei sindacati – ha esordito Francesco Urdì del Cub Messina – in questa riunione, il perché pure i sindacalisti sono coinvolti nell’affrontare la situazione delle frane di Capo Alì. E’ semplice – ha spiegato – noi dobbiamo curare gli interessi dei lavoratori, lavoratori sono i commercianti della zona, i pendolari, e tutti quelli che quella strada la devono percorrere».
«Mercoledì la strada sarà riaperta – continua Urdì – a senso alternato, con gestione semaforica. Questa non è la soluzione, non è una soluzione sicura. Si continua a “rattoppare” la rete. Oggi un tratto, domani un altro. La sicurezza non si può dare ai cittadini per 15 giorni se cade un masso. La sicurezza serve 365 giorni l’anno».
Pone l’attenzione anche sui disagi subiti dagli anziani che vogliono usufruire delle terme Urdì: « Come possono fare gli anziani, non gli si può certo chiedere di fare il lungo tratto a piedi».
«E’ mancato solo il morto – continua Urdì- speriamo che la fortuna continui ad assisterci».
«Il Comune di Alì – conclude Urdì – ha anche elaborato una serie di progetti, ce ne sono addirittura che risalgono a 15 anni fa, ma fino ad oggi, sono rimasti lettera morta. L’esposto in Procura era inevitabile».
Di seguito l’esposto presentato alla Procura di Messina.
“I sottoscritti Cittadini con la presente segnalano l’estremo pericolo creato dalle continue frane che puntualmente vanno a crearsi nel tratto stradale che unisce il paese di Scaletta Zanclea con il paese limitrofo di Alì Terme. Nonostante le continue sollecitazioni alle autorità competenti e i ripetuti suggerimenti per ovviare a questo pericolo, i sottoscritti rammentano che l’odierna manutenzione del tratto stradale in oggetto risulta inadeguata, a tal punto da poter cagionare danni ai cittadini che quotidianamente percorrono tale tratto stradale per raggiungere il posto di lavoro. Per ovviare al problema, riteniamo opportuno suggerire ancora una volta che si potrebbe attuare una galleria para – massi esterna.
Si rammenta inoltre che tali frane mettono in grave pericolo la circolazione soprattutto di chi utilizza le due ruote per i propri spostamenti, oltre che ovviamente l’incolumità di automobilisti e pedoni che di lì transitano.
Per questo motivo invitiamo i destinatari, nell’ambito delle precipue competenze e responsabilità, a porre in essere ogni provvedimento volto a ripristinare la sicurezza stradale, ricordando che, in caso di incidente con morti e/o feriti a causa di detta insidia, invierà istanza/denuncia alla Autorità Giudiziaria chiedendo di accertare l’esistenza obiettiva di pericolo o di insidie della strada, dovuti a condotta colposa omissiva o commissiva dell’ente proprietario e l’eventuale nesso di causalità tra tale condotta e danni subiti dagli utenti. Infine si fa presente che il torrente che divide il confine tra i paesi di Itala e Scaletta Zanclea sito in prossimità di Piazza Alcide De Gasperi risulta ad oggi non ripulito, quindi potrebbe riversare i liquami nelle vie del paese. Chiediamo la pulizia dell’intero alveo e maggiori risorse della regione per la pulizia e il rafforzamento degli argini del torrente”.
Mimma Aliberti
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