L’ex sindaco Cateno De Luca punta il dito contro la Regione Siciliana, accusandola di aver penalizzato la provincia di Messina nella ripartizione dei fondi POC e FSI destinati alla Sicilia, privilegiando, per esempio, la Città Metropolitana di Catania e interventi di telefonia integrata, ristrutturazione di caserme e chiese, anziché «interventi capaci di innalzare stabilmente la persistente competitività e permettere la rinascita agendo per colmare il gap con il resto d’Italia».
Conferenza stampa questa mattina di Cateno De Luca e Carlotta Previti, che accusano la Regione, sostanzialmente, di aver distribuito i fondi stanziati andando contro le finalità del finanziamento. Oggetto dello “scandalo” sono le risorse assegnate alla Sicilia dalla delibera CIPE del 22 dicembre 2021 – in totale 237.096.977,23 euro –, avente come obiettivo, afferma l’ex Vicesindaco: «Investimenti capaci di innalzare stabilmente la persistente competitività e permettere la rinascita agendo per colmare il gap con il resto d’Italia, innalzando il livello di crescita del capitale umano, con investimenti in conto capitale diversificati e con modalità di incentivo ispirati a una logica premiale».
In particolare, l’ex sindaco di Messina segnala l’assegnazione di 40 milioni di euro al Comune di Catania per l’ampliamento degli uffici giudiziari: «Il Comune di Catania – afferma De Luca – ha un finanziamento di 40 milioni di euro per il nuovo Palazzo di Giustizia. Secondo quale logica? Perché non finanziare il nostro Palagiustizia? Siamo dietro i comuni di Catania, Palermo, Siracusa… con tutto il rispetto per questi territori Messina è una Città Metropolitana al pari di Catania e Palermo e non ha ottenuto niente, neanche un euro! Appena 8 milioni invece sono i finanziamenti in piccoli centri. Qual è stato il criterio? Vige nel riparto fondi un criterio territoriale basato su popolazione e numero di comuni che non è stato osservato».
Di seguito, il calcolo presentato da Cateno De Luca e Carlotta Previti in merito alle risorse assegnate nell’ambito FSC in Sicilia e alla loro ripartizione tra le province (Città Metropolitane e Liberi Consorzi).
I due candidati di Sicilia Vera, rispettivamente alla presidenza della Regione Siciliana e al consiglio comunale di Messina, guardano poi alla tipologia di progetti finanziati «Il 75% (€ 178.040.655,42) della intera dotazione finanziaria (€ 237.096.977,23) – dice De Luca – è stato destinato a servizi di rilevazione del personale regionale, servizi di telefonia integrata, siti internet, cluster, ristrutturazione di caserme, chiese ed il Palagiustizia invece di essere destinato ad interventi capaci di innalzare stabilmente la persistente competitività e permettere la rinascita agendo per colmare il gap con il resto d’Italia».
«Ulteriore anomalia – aggiunge Carlotta Previti – nella selezione dei progetti da finanziare è data dal fatto che non è stata rispettata la natura dei fondi FSC che sono fondi addizionali ai fondi europei. È obbligo tenere conto dei principi di complementarità e addizionalità̀ sia con la programmazione dei fondi europei che del PNRR. La selezione operata con delibera regionale contiene profili di incoerenza con le finalità del Fondo di Sviluppo e Coesione e potrebbero essere non riconosciute le spese di alcuni interventi. Se questo è l’esordio del centro destra sulla programmazione dei fondi europei la Sicilia non avrà nessuna possibilità di recuperare il divario con le regioni più virtuose».
Infine, De Luca e Previti fanno riferimento ai fondi residui relativi alla programmazione FSC 2014-2020 ripartiti tramite delibera CIPE del 22 dicembre 2021 tra Calabria e Sicilia, pari a 44.378.300,00 per la prima e 632.369,00 per la seconda. «Dove sono – chiede De Luca – i fondi per la Città di Messina previsti dalla legge regionale 8/2018 mai assegnati?».
La documentazione cui si fa riferimento è disponibile ai seguenti link: Fondi FSC 2021-2027; residui FSC 2014-2020 e l’elenco degli interventi finanziati.
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