I lavori per il passaggio della fibra ottica sotto le strade della città hanno creato una «nuova cicatrice nella memoria storica di Messina»: così il presidente dell’Associazione Millevetrine, Sandro Penna, aveva denunciato i danni subiti dal basolato lavico di via dei Mille, in alcuni tratti lavorato a mosaico. Ma c’è una buona notizia: parte di questo pezzo di storia della città sarà salvaguardato.
Facciamo un passo indietro. Lo scorso 9 marzo 2021 il presidente di Millevetrine Centro Commerciale Naturale di Messina – associazione che riunisce i commercianti di via dei Mille – aveva denunciato il danneggiamento della strada causato dai lavori che in questi giorni si stanno svolgendo in città per il passaggio della fibra ottica.
«Passa la fibra ottica in via dei Mille – aveva scritto – e in tante altre strade del centro città. Non possiamo che plaudire all’avanzare del progresso grazie alle nuove tecnologie che accorciano il gap strutturale che affligge il meridione d’Italia in generale, Messina in particolare. Ma questo non può avvenire a discapito della storia di questa città, a discapito delle sue bellezze per quanto nascoste. La via dei Mille è interamente pavimentata con l’antico basolato lavico, in alcuni tratti lavorato a mosaico, criminalmente coperto negli anni 70 con volgare asfalto. Orbene la ditta incaricata dei lavori di scavo che coinvolgono i 500 metri della strada, sta scavando la trincea che le serve a raggiungere la profondità ideale per collocavi la fibra frantumando asfalto e basolato lavico, sta conferendo in discarica tutto il materiale demolito, e riempiendo lo scavo con delizioso cemento rosso che non sembra verrà ricoperto con nuovo asfalto».
Preso atto di quanto stesse avvenendo, Millevetrine ha contattato il presidente della Commissione Urbanistica, il consigliere Biagio Bonfiglio, che a sua volta si è rivolto all’assessore Caminiti per arrivare ad una soluzione che permettesse di salvaguardare il basolato lavico.
Poco fa, la buona notizia: «Da oggi gli operai stanno provvedendo, sia in fase di rimozione che di ricollocamento, a salvaguardare le pietre del nostro antico selciato – ha comunicato Sandro Penna, contestando però alcune osservazioni fattegli nei giorni scorsi. Solo un’ultima annotazione – ha proseguito – allo sparuto gruppo di espertoni (ma in fondo erano uno su cento) che ha ritenuto doveroso precisare che la folle normativa in materia di “capitolato nazionale delle opere in esecuzione approvato dal governo e dalle Direttive Europee non prevede il rifacimento del sottosuolo per tale tipologia di pavimentazione” dovesse essere difesa, giustificata, accettata, per il solo fatto di esistere. No, caro ingegnere de noi artri, una norma scellerata non va né difesa né tollerata. Abbiamo fatto bene a segnalare lo scempio, e la buona politica, oltre ad ascoltarci, ci ha dato ragione».
(559)