Sperimentazione, formazione, scambio di idee e competenze, condivisione di risorse e di talenti. Nati in America all’inizio del terzo millennio, i FabLab rappresentano oggi dei luoghi privilegiati per testare, costruire e modellare non solo oggetti ma anche una realtà diversa, partendo proprio dai valori peculiari delle “officine digitali”.
La nostra intervista a Roberto De Luca, socio del FabLab Messina, ha preso il via parlando delle caratteristiche di un “laboratorio di fabbricazione digitale” per concludersi con una domanda ben più generale: i ragazzi possono ancora trovare un futuro a Messina o questa città è ormai alla frutta? Ma partiamo dall’inizio.
Cosa sono i FabLab?
«Nati al MIT di Boston all’inizio di questo millennio, i FabLab, dall’inglese fabrication laboratory, sono dei luoghi fisici in cui sono disponibili mezzi di produzione o prototipazione tipici di quello che poi è diventato l’artigianato digitale. Di fatto si tratta di mezzi industriali su piccola scala che prima erano disponibili solo in luoghi ufficiali. Ad esempio taglio laser, stampanti 3d, frese a controllo numerico, vari apparecchi elettronici. Questi attrezzi fisici prima divisi in vari settori di appartenenza vengono ora tutti raggruppati e messi a disposizione di tutti in unico posto, il FabLab appunto.
I FabLab sono oggi diffusi in gran parte dell’Occidente e in alcune zone dell’Oriente più avanzato. Quasi sempre si tratta di entità autonome una rispetto all’altra, pur esistendo reti informali e carte d’intenti. Ci si aderisce in forme molto diverse (noi siamo un’associazione, ad esempio) ma la missione è comune: far sì che più persone possibili utilizzino questi mezzi per dar forma alla propria creatività e rispondere ad esigenze concrete. I FabLab, infatti, rappresentano per molti dei posti in cui si ha la possibilità di inventare e creare dei prototipi che poi possono essere prodotti anche su larga scala».
Il FabLab Messina è il regno della comunità Maker messinese. Chi sono i makers o artigiani digitali?
«Gli artigiani digitali sono coloro che creano qualcosa di unico o altamente personalizzato utilizzando tecniche e strumenti digitali».
I FabLab, generalmente, sono anche degli spazi di coworking che facilitano l’incontro e lo scambio di idee e competenze. È così anche nel caso del Fab Lab di Messina?
«Assolutamente sì. Il nostro FabLab è frequentato prevalentemente da persone che nutrono una grande passione verso ciò che fanno ed un grande desiderio di condividere i propri progetti e le loro conoscenze. Sempre più persone si rendono conto che fare le cose da soli non è una buona idea! La condivisione è uno dei valori principali dei FabLab».
Quando è nato il Fab Lab di Messina e chi troviamo al suo interno?
«Il FabLab Messina è un’associazione culturale nata quattro anni fa per iniziativa di alcuni amici provenienti prevalentemente dal settore delle arti grafiche. Da allora si sono uniti tanti altri che hanno deciso di investire qui parte del loro tempo e negli anni ognuno di loro è divenuto un punto di riferimento per il proprio ambito di competenza o abilità».
Chi si rivolge a voi?
«Capita che si rivolgano a noi dei privati per commissionarci dei lavori o a volte anche alcune aziende. Abbiamo un database con i profili dei soci del FabLab e ciò offre anche opportunità lavorative ai nostri membri. Una sorta di LinkedIn sul territorio, in un certo senso».
Tantissimi giovani del Sud emigrano per cercare altrove un impiego. Il Fab Lab può offrire delle opportunità di lavoro ai giovani di Messina?
«Sì, assolutamente. In luoghi come questo si fanno esperienze pratiche di alto valore spendibili e altamente richieste nel mondo del lavoro. La formazione è un aspetto importantissimo dei laboratori di fabbricazione digitale. Inoltre i FabLab, pur non offrendo direttamente un lavoro, rappresentano spesso una fonte di ispirazione per molti giovani che qui hanno l’occasione di dare forma ad un’idea o avviare poi una propria attività».
Puntare sull’artigianato digitale può rivelarsi dunque una scelta vincente per le nuove generazioni (di Messina e non)?
«Credo di sì. Dal punto di vista degli sbocchi professionali l’artigianato digitale sta mostrando grandi potenzialità, a Messina e nel resto del mondo. E questo spiega il successo e la rapida diffusione dei FabLab.
A Messina, in particolare, sarebbe importante dare nuovi significati alla socialità, imparare a collaborare e lavorare insieme. Bisogna lasciare da parte le logiche competitive e opportunistiche che hanno logorato questa città e puntare invece sulla condivisione. Così Messina può rinascere e offrire in particolare ai giovani dei buoni motivi per restare».
Alessandra Profilio
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