Era il 7 febbraio 2021, quando partivano i lavori di demolizione dell’ex Teatro in Fiera di Messina; interventi che avrebbero dovuto fare posto a un nuovo edificio – lungo 80 metri, largo 10 e alto circa 7 – dedicato agli uffici (e non solo) dell’Autorità di Sistema Portuale. In 330 giorni si sarebbe dovuto concludere il tutto, ma invece no. Perché, a giugno 2022, è stata revocata la gara: a quel punto l’Autorità di Sistema Portuale di Messina, infatti, aveva deciso di rivalutare il progetto, tenendo in considerando anche i tavoli di confronto con la cittadinanza.
«L’importante fase di confronto con la cittadinanza e le istituzioni – aveva detto il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale dello Stretto, Mario Mega – svoltasi nell’ambito della procedura per l’avvio del concorso di progettazione del waterfront tra i torrenti Boccetta ed Annunziata aveva fatto emergere delle situazioni che non potevano lasciarci indifferenti. Questa attuale scelta conferma in pieno la volontà del nostro Ente di procedere per una reale riqualificazione di tutta l’area nord dell’ambito portuale di Messina sviluppando le funzioni previste dal Piano Regolatore Portuale vigente senza tuttavia comprimere le esigenze di crescita del nostro Ente ma anzi rilanciandole con la previsione di consentire anche lo svolgimento di ulteriori funzioni a servizio della crescita del porto». Gli uffici dell’Autorità Portuale, adesso, verranno realizzati in un’area demaniale della Zona Falcata.
Messina e l’ex Fiera
La vera domanda però è: chi si occuperà di quello che è stato lasciato dai primi lavori di demolizione? Stiamo parlando dei cumuli di macerie, ma anche della vegetazione che cresce a vista d’occhio. Su questo abbiamo chiesto il parere dell’agronomo Giuseppe Ristagno, che ci ha detto: «Per poter dire qualcosa di sensato dovrei fare un sopralluogo, ho difficoltà a dare un parere ragionato dalla foto. Posso dire, a vederlo così, che è palese che c’è una vegetazione infestante che sta crescendo, ma per valutare il danno si dovrebbe fare un’analisi precisa».
Quello che ancora ci viene da dire è: perché Messina sembra sempre riversa in un perenne stato di abbandono? Basta fare qualche metro in più e rendersi conto di come viene trattata quella che dovrebbe essere la 13esima città d’Italia. Non sarebbe davvero il caso di smetterla di pensare di essere i migliori e lavorare davvero alla versione migliore di noi stessi?
Una città a vocazione turistica, come più volte è stata definita, utilizza davvero dei nastri segnaletici da cantiere per indirizzare i turisti verso gli imbarchi, segnalati a loro volta da pezzi di carta fluorescenti messi in mezzo alle carreggiate? O la semplice pulizia dei cestini del centro città non dovrebbe essere fatta alle prime ore di un lunedì mattina? Forse una combinazione di responsabilità e di competenze, poca cura dei cittadini, poca attenzione da parte dell’Amministrazione, ma non siete un po’ stanchi di questa inutile retorica? Come ha detto qualcuno qualche giorno fa: «Messina sembra sempre in fase di sbaraccamento» e non possiamo dire il contrario.
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