Animali malati, abbandonati, feriti e l’impotenza di chi li vorrebbe aiutare. Queste sono solo alcune delle conseguenze dovute all’emergenza igienico-sanitaria provocata dal sovrappopolamento di animali randagi a Messina.
A segnalarlo il Consigliere della IV Circoscrizione, Renato Coletta, insieme a numerose associazioni animaliste e volontari, che chiama in causa il Sindaco, Renato Accorinti, e il Direttore Generale dell’Asp, chiedendo l’immediato intervento al fine di trovare una soluzione.
A supporto della nota del Consigliere Comunale una nota, indirizzata al Sindaco, sottoscritta da diverse associazioni animaliste e volontari quotidianamente impegnati ad affrontare la triste situazione. Obiettivo di questa nota è suggerire alcune possibili soluzioni per tentare di risolvere, o per lo meno frenare, l’emergenza in corso. La prima richiesta è quella di promuovere una conferenza di servizi mirata ad affrontare il problema dal punto di vista politico e gestionale.
Tra le autorità convocate dovranno essere presenti: l’Azienda Sanitaria Provinciale, la Polizia Municipale e Provinciale, la Prefettura, il Corpo Forestale, l’Università di Messina e le Associazioni Animaliste.
Tra le varie proposte, delineate nel documento, si chiede all’ASP di attuare una campagna di sterilizzazione massiva e all’ospedale veterinario dell’Università di Messina di garantire la disponibilità di farmaci ed ausili essenziali alle sterilizzazioni degli animali randagi. Inoltre viene richiesta una «ordinanza sindacale che autorizzi l’aumento dei limiti di accoglienza del canile “Millemusi”» e risolvere il problema con trasporto dei randagi a Catania.
«Troppe chiacchiere e pochi fatti».
L’accusa principale, mossa da Coletta, è che l’Amministrazione abbia lasciato l’intera vicenda nelle mani dell’Assessore all’Ambiente: «La città è invasa dagli animali randagi ed è ormai evidente che Ialacqua non può gestire da solo la tragedia che sta affliggendo Messina».
Come ultima risorsa il consigliere Coletta ricorda i buoni propositi manifestati, più volte, dal primo cittadino di devolvere in beneficienza parte del proprio compenso e, quindi, gli chiede a Renato Accorinti di: «destinare mensilmente una somma per l’acquisto di alimenti e farmaci necessari per la sopravvivenza dei randagi».
Più dure e drastiche le intenzioni delle associazioni animaliste, pronte ad agire per vie legali. In mancanza di risposte concrete entro la fine di settembre, denunceranno le omissioni politiche ed amministrative rilevate.
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purtoppo, questa situazione diventa sempre più grave, nel silenzio e l’indifferenza degli enti preposti. Sarebbe opportuno istituire una legge ( come è stata fatto in altre realtà ) che vieta di commercializzare e quindi di comprare altri animali, fin quando i canili e i gattili avranno ospiti.