Continua il botta e risposta tra l’Assessore Daniele Ialacqua e i consiglieri comunali che, la settimana scorsa, hanno denunciato la carenza di personale nei cimiteri di Messina. Oggi, a seguito della risposta social dell’Assessore secondo cui non vi è al momento nessuna emergenza cimiteri, rilanciano: «L’assessore Ialacqua, piuttosto che allinearsi al comportamento dei tanti “leoni da tastiera”, si impegni a dare le risposte all’interrogazione presentata, e batta i pugni sul tavolo giusto per venire incontro alla richiesta di risorse umane al dipartimento cimiteri».
L’allarme è stato lanciato a metà settembre da sette consiglieri comunali: Nino Carreri, Daniela Faranda, Nino Interdonato, Libero Gioveni, Giuseppe Santalco, Carlo Abbate e Pierluigi Parisi. A causa del mancato ricambio dovuto al pensionamento di parte del personale, i cimiteri di Messina potrebbero non essere in grado di funzionare adeguatamente da febbraio in poi. A rischio sarebbero sia gli interventi di manutenzione ordinari e di pulizia, che il disbrigo delle pratiche burocratiche e l’attuazione dei diversi progetti pianificati, tra cui quelli per la riqualificazione esterna delle strutture.
La risposta non ha tardato ad arrivare: «Oggi è andata in onda la terza puntata della sagra “Bufale ai cimiteri”» ha scritto, infatti, sul suo profilo Facebook personale l’Assessore Ialacqua. Sotto accusa i giornalisti che avrebbero diffuso “bufale” senza verificare adeguatamente l’affidabilità dell’informazione ricevuta e senza contattare, per esempio, l’Assessore competente, ovvero Ialacqua stesso. Ma, continua: «C’è un grave allarme in corso e rischi per l’ordine pubblico. Ovviamente non riguarda i cimiteri ma “certa” informazione che rischia di avvelenare il clima cittadino alla vigilia d’importanti scadenze elettorali».
Ma questo, secondo i consiglieri, non sarebbe altro che: «L’ennesimo tentativo maldestro messo in atto sui social dall’Assessore all’igiene pubblica, di delegittimare l’azione dei consiglieri attaccando persino quella che lui stesso definisce “parte di stampa” perché, facendo il proprio lavoro, racconta fatti e non sogni, testimonia il malessere diffuso e l’inefficacia di quanto fatto dalla Giunta della trasparenza e della legalità».
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