Emergenza abitativa a Messina. Circa 600 famiglie appese a un filo per una graduatoria che tarda ad arrivare e che doveva essere pronta già a dicembre. A segnalarlo è il consigliere comunale Libero Gioveni che chiede conto e ragione al Dipartimento Politiche della Casa.
Nella primavera del 2018, ricorda Libero Gioveni, circa 600 famiglie avevano presentato domanda per un bando in scadenza il 28 maggio di quell’anno finalizzato all’assegnazione di diversi alloggi. «La dottoressa Tornesi del Dipartimento Politiche della Casa presente il 25 settembre in Aula – sottolinea il consigliere comunale – aveva confermato che la redigenda graduatoria si sarebbe fermata alle prime 50 posizioni in quanto la disponibilità di alloggi prevista nel bando è quantificata in 25 unità».
Sempre il 25 dicembre 2019 in Commissione, aggiunge Gioveni, era stato annunciato che la graduatoria per l’emergenza abitativa sarebbe stata pubblicata nel mese di dicembre. Cosa che, a quanto pare, non è avvenuta: «Non si riescono a comprendere i motivi di questi ritardi – prosegue il Consigliere – visto che paradossalmente saremmo già quasi in grado, ai sensi del vigente Regolamento sull’emergenza abitativa che prevede che i bandi vengano varati ogni 2 anni, di ricevere già nuove istanze da parte di altri aventi diritto».
Non solo, continua Gioveni, oltre al ritardo ci sarebbe «l’aggravante che al momento non sembra esserci la disponibilità effettiva di questi 25 alloggi (visto che quelli appena acquistati servono per il Risanamento), per cui si potrebbe nuovamente verificare quanto vergognosamente accaduto in passato, ossia che si redigono graduatorie di aventi diritto, senza però questo diritto poterlo soddisfare proprio a causa dell’indisponibilità reale di alloggi di edilizia residenziale pubblica».
Per questi motivi, Libero Gioveni chiede a chi di competenza che si proceda, con urgenza, alla pubblicazione della graduatoria per l’emergenza abitativa «al fine di tutelare il diritto che acquisiranno le prime 50 famiglie che attendono invano da circa 2 anni di conoscere la loro sorte».
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