Foto dei banchi di un'aula - scuole

Ecosistema Scuola 2018. Messina ultima nella classifica di Legambiente

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Che l’edilizia scolastica non sia esattamente uno dei punti forti di Messina è un dato ormai assodato, ma a darne un’ulteriore conferma è intervenuta, nelle scorse ore, l’analisi pubblicata da Legambiente che posiziona la città dello Stretto all’ultimo posto della sua classifica Ecosistema Scuola 2018.

L’indagine annuale, presentata oggi a Napoli, mette in evidenza un quadro poco rassicurante che sottolinea ancora una volta il divario tra il Nord e il Sud della Penisola italiana analizzando e comparando i dati di 83 capoluoghi di provincia in materia di: anagrafica e informazioni generali sugli edifici scolastici; certificazioni, sicurezza, investimenti e manutenzione; servizi messi a disposizione delle istituzioni scolastiche e pratiche ecocompatibili; efficienza energetica e rinnovabili; rischio ambientale indoor e outdoor.

Se Messina occupa l’ultimo posto della graduatoria Ecosistema Scuola 2018, l’83°, con 22,39 punti percentuali, non fanno molto meglio gli altri capoluoghi siciliani. Palermo si posiziona poco sopra, all’80° posto con un punteggio del 26,43%, la segue Siracusa, 78° con il 28,42%, poi Agrigento, 68°, Trapani, 65°, Catania, 53°, e Caltanissetta, 51°. Leggermente meglio fa Ragusa, che passa la soglia del 50esimo posto collocandosi al 48°, mentre Enna risulta “non classificata” perché ha inviato dati incompleti.

Di seguito la graduatoria completa dei capoluoghi di provincia siciliani:

  • Ragusa – 48° con il 52,04%;
  • Caltanissetta – 51° con il 49,90%;
  • Catania – 53° con il 49,82%;
  • Trapani – 65° con il 39,03%;
  • Agrigento – 68° con il 35,44%;
  • Siracusa – 78° con il 28,42%;
  • Palermo – 80° con il 26,43%;
  • Messina – 83° con il 22,39%.

In linea di massima, in base all’indagine di Legambiente, gli edifici scolastici siciliani risultano per lo più sprovvisti delle certificazioni di sicurezza necessarie, nonostante il 26,2% sia costruito secondo criteri antisismici, dato al di sopra di quello nazionale, che si ferma al 14,2%. Tuttavia, si legge nel report, «solo sul 2,4% degli edifici scolastici sono state eseguite verifiche di vulnerabilità sismica, nonostante il 98,4% siano in territori a rischio sismico».

La Sicilia, nel complesso, appare come una regione che investe poco nell’edilizia scolastica, a eccezione di Ragusa che, di contro, appare come il capoluogo che si è impegnato di più in Italia in questo campo recependo e sfruttando in maniera produttiva i fondi regionali. Sono deludenti, infine, anche i risultati per quanto riguarda la sostenibilità energetica, la raccolta differenziata e, in generale, i servizi offerti, come per esempio gli scuolabus.

In sostanza, quella fotografata da Legambiente è un’Italia “a due velocità”, con un Nord che va avanti, mentre il Sud ancora arranca:  «Le zone più svantaggiate del nostro paese sono quelle dove dobbiamo andare a investire su scuole più belle e innovative – ha sottolineato Vanessa Pallucchi, responsabile Scuola e Formazione di Legambiente. Ora accade esattamente il contrario. Una sperequazione che vediamo anche nei servizi scolastici, che sono una parte importante del modello di governance che si dà un territorio rispetto agli stili di vita individuali e collettivi».

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