Un drone per il trasporto di sangue, organi, campioni biologici e farmaci: questa l’idea, adesso realizzata, del direttore dell’Unità operativa trasfusionale di Patti e capo dipartimento dei Servizi dell’Asp di Messina, Gaetano Crisà, sviluppata da ABzero, start-up nata come spin-off della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa.
«Il progetto – spiega Crisà – è molto innovativo e potrà essere esportato in altre località e aziende sanitarie in Italia e utilizzato per le isole e i comuni montani difficilmente raggiungibili in tempi brevi. Siamo contenti che sia stato il nosocomio di Patti a dare una svolta a questo tipo di innovazione che è nata qui.
Questo primo tragitto da Patti a Lipari per 25 km sul mare era già abbastanza complesso, ma i test hanno avuto esiti molto positivi. Tra l’altro, questo sistema favorisce anche la continuità territoriale dei servizi quando altri mezzi non funzionano. Ora il passo successivo sarà applicare questo servizio alle esigenze dell’Asp di Messina e renderlo operativo auspichiamo molto presto».
Un drone per il trasporto di sangue
«La tipologia di viaggio – si legge nella nota – è possibile grazie ad un drone di ultima generazione molto innovativo a cui viene agganciata una capsula dotata di intelligenza artificiale. Qualche giorno fa è stato effettuato già un primo volo sperimentale, partito dal piazzale Alioto di Patti Marina, che ha confermato la fattibilità del progetto sviluppato dalla “ABzero”, start-up nata come spin-off della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa e che ha brevettato la “smart capsula” montata sul drone. Se dovesse andare presto a regime sarebbe, in assoluto, il primo servizio di trasporto sangue per mezzo drone dalla terraferma verso un’isola».
Così facendo, il personale sanitario dovrebbe solo premere un pulsante sul telefono per azionare il drone, che seguirà una traiettoria prefissata e già autorizzata. «Il sistema – continua la nota –, può resistere a forti venti anche di 60 km orari e alla pioggia. È meno costoso di un elicottero, permette di attivare il volo in totale autonomia e di atterrare in un’area ridotta anche solo di due metri per due, dunque non c’è la necessità di un eliporto.
Le eventuali anomalie sarebbero gestite dall’intelligenza artificiale e questo permette di risolvere sia subito le problematiche semplici, ma anche di trovare soluzioni per quelle più complesse, facendo ad esempio intervenire un pilota che può gestire il drone grazie alla rete 4G controllandolo in tempo reale. Infine, il drone è dotato di un paracadute che permette di attutire l’impatto, di recuperarlo e di trasportarlo poi con altri mezzi».
La capsula può contenere fino ad una decina di sacche di sangue, che arriverebbero a destinazione in questo caso a Lipari in meno di 27 minuti viaggiando ad una velocità di 15 metri al secondo, e quindi a circa 55 km/h, e ad un’altezza massima di 120 metri dal suolo. L’intelligenza artificiale consente poi di preservare le condizioni termiche dei materiali biologici trasportati in tutte le condizioni di volo. La capsula è dotata di sensori in grado di assicurare un monitoraggio costante delle condizioni dei materiali trasportati, rilevandone la temperatura, l’umidità, il ph e l’emolisi.
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