«La società civile deve indignarsi». Comincia così la nota sottoscritta dal Presidente della Regione, Rosario Crocetta; il Presidente dell’Associazione “Peppino Impastato”, Sonny Foschino; Salvo Vitale, amico intimo di Impastato; il pittore nazionale antimafia Gaetano Porcasi; i ragazzi del progetto culturale Aula Aut di Messina; il rappresentante del movimento antiracket Carmelo Ioppolo. Personalità forti che si esprimono sulla vicenda del pub viennese di Siate Gasse “Don Panino”, i cui proprietari sono italiani, che avrebbe banalizzato il sacrificio del giudice Giovanni Falcone e di Peppino Impastato dando ai loro panini il nome di alcune vittime della mafia.
«Indignarsi — prosegue la nota — in maniera decisa e convinta quando la memoria degli emblemi laici martiri della lotta la cancro mafioso viene banalizzata, calunniata e martoriata per sporchi fini e interessi. Apprendiamo con sdegno e amarezza la notizia della banalizzazione del sacrificio del giudice Giovanni Falcone e di Peppino Impastato, noto attivista di Cinisi, ammazzato come un cane dai sicari del boss Tano Badalamenti accostando i loro nomi a dei panini con tanto di vergognosa descrizione. Per cui Giovanni Falcone sarebbe diventato il panino «Don Falcone» omaggiato con aglio pesto, insalata iceberg, salsiccia grossa di maiale e grana. Accanto una vomitevole didascalia che reciterebbe: «Si è guadagnato il titolo di più grande rivale della mafia di Palermo, ma purtroppo sarà grigliato come un wurst» per arrivare al «Don Peppino» dove la didascalia reciterebbe «Siciliano dalla bocca larga fu cotto in una bomba come un pollo nel barbecue».
Siamo coscienti del fatto che il locale in questione non sia l’unico luogo austriaco in cui si insiste e esasperano i luoghi comuni relativi agli italiani mafiosi. Il fenomeno, appunto, il rebel chic, ossia la tendenza di ridicolizzare i criminali per scopi commerciali, si sta diffondendo all’estero a macchia d’olio. In questo contesto, però, non possiamo permettere che a finire in questo gioco, a nostro avviso perverso, siano gli eroi dell’antimafia come Peppino Impastato e Giovanni Falcone.
Essi rappresentano per noi patrimonio nazionale della memoria e dell’impegno civile e non consentiremo a nessuno di banalizzare il sacrificio della vita di chi ha lottato pagando con la morte il cancro mafioso e criminale di una “Terra bellissima e disgraziata” che non può rimanere a bocca chiusa dinnanzi a questo abominio. Non permetteremo a nessuno, né ora né mai, di ridicolizzare l’impegno civile e la forza di quelle idee e di quei fatti che si contrappongono ad ogni luogo comune diffuso all’estero su ciò che sia la Sicilia e i Siciliani. I cittadini onesti, gli attivisti, le istituzioni, le associazioni, i movimenti, i giovani tutti dicono no a questo scempio! Giù le mani da chi ha avuto gli attributi necessari per rendere questa Triangolo di Luce migliore. Noi gridiamo con forza che i siciliani, gli italiani onesti a questo gioco non ci stanno più. Per tale motivo chiediamo un tempestivo intervento non solo da parte dell’ambasciata italiana in Austria, ma invochiamo con forza l’intervento da parte delle forze politiche ministeriali competenti affinché venga messa la parola fine a questa vomitevole e riprovevole vicenda.
Non possiamo permettere con tutte le nostre forze — concludono —, al prezzo della nostra stessa vita, che chi impiega la propria esistenza lottando il fenomeno mafioso in continuità con l’opera di Peppino, Borsellino, Falcone, Puglisi e tutti gli altri, sia costretto ad assistere inerme a tali soprusi messi in atto da violentatori della memoria sana di una Sicilia che ha deciso di alzare la testa».
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