Messina. Nessuna autorizzazione per la demolizione del palazzo del ‘700, appartenente allo storico quartiere Avignone, abbattuto nella giornata di lunedì 8 gennaio.
Questo il recente aggiornamento fornito dall’assessore alla Cultura, Federico Alagna.
Da una prima ricostruzione sembrava che il palazzo sito in via degli Orti, che aveva resistito a due terremoti e due conflitti mondiali, fosse stato raso al suolo seguendo l’iter burocratico necessario: unico vincolo, per far spazio ad un nuovo e più moderno edificio, era preservarne la facciata storica.
Il dissenso dei cittadini, veicolato rapidamente dai social, ha sensibilizzato la giunta del Comune di Messina e, nello specifico, l’assessore Alagna che si è subito attivato per verificare le dinamiche che avevano portato alla demolizione dell’edificio dello storico quartiere Avignone. Qui la situazione si complica e al danno per la memoria storica di Messina si aggiunge la possibilità che l’edificio sia stato demolito senza le necessarie autorizzazioni.
Ecco quanto si legge nella nota diffusa dall’assessore Alagna.
«In base a quanto verificato, nessun provvedimento è stato emesso dai Dipartimenti del Comune per autorizzare la demolizione dell’edificio storico del quartiere Avignone, uno degli ultimi brani di storia della città di Messina. Con tristezza, sgomento e rabbia – continua Alagna – la città ha dovuto assistere incredula al gesto arrogante compiuto ieri e reiterato questa mattina da parte di soggetti privati che hanno avviato, senza alcuna autorizzazione, una demolizione interrotta dalle proteste dei cittadini e dall’arrivo della sezione Tutela del territorio della Polizia Municipale».
L’Amministrazione si è subito attivata per approfondire la questione ed è pronta ad avviare azioni a carico di chi ha realizzato questo “arrogante gesto”.
In attesa di ulteriori sviluppi, però, l’assessore alla Cultura ha voluto sottolineare l’importanza di valorizzare il patrimonio storico-culturale di Messina invece di cedere a vuote speculazioni: «Non c’è alcun motivo per continuare a sventrare la città e realizzare nuovi edifici, Messina ha già un numero di abitazioni superiore a quelle necessarie. Bisogna, invece, recuperare e valorizzare quanto c’è in città, soprattutto quando si tratta delle ultime testimonianze della nostra storia che i terremoti prima e la guerra poi hanno quasi completamente cancellato».
Foto di Roberto Bonaventura
(2029)
Questa è la conferma che in questa città ognuno fa quello che vuole in barba ad ogni principio, per proprio tornaconto e senza alcuna memoria. Ed ora?