Il giorno tanto atteso e discusso è arrivato. Oggi il Dalai Lama è giunto a Messina. Il teatro Vittorio Emanuele era pieno di gente venuta solo per lui. Uomini, donne, bambini e gli inconfondibili monaci buddisti con la kesa amaranto. Tutti seduti al proprio posto, ad attendere in rigoroso silenzio. Silenzio interrotto da un lungo e spontaneo applauso, scoppiato all’arrivo sul palco di Tenzin Gyatso: il XIV Dalai Lama.
Che sarebbe stato un incontro un po’ fuori dagli schemi è stato lui stesso a farlo capire, subito, con il suo colloquiale “Good morning!”. Un buongiorno detto come lo si direbbe ad un amico che non si vede da tanto e con cui non si vede l’ora di iniziare una bella chiacchierata.
In un istante tutte le polemiche, le critiche ed i botta e risposta dei giorni scorsi sono come spariti per magia. L’attenzione era tutta su di lui e sulla sua lezione, che di lezione però, non aveva nemmeno l’ombra. «Ho 82 anni ed è sempre più difficile per me affrontare lunghi viaggi. Sono davvero felice, quindi, di essere qui con voi oggi, a Messina». Diventato Dalai Lama all’età di 5 anni, Tenzin Gyatso ha raccontato di aver davvero girato il mondo, per diffondere un messaggio di pace e di amore universale. «Non lasciamo che il potere, il denaro e gli interessi politici ci impediscano di vivere in pace e in amicizia. Fermiamoci un attimo e prendiamo coscienza del potenziale di amore che abbiamo dentro di noi. Tiriamolo fuori e rendiamo il mondo un posto migliore». E’ l’amore, dunque, vera chiave per raggiungere la felicità. Un percorso, questo, reso difficile da tanti piccoli e grandi ostacoli che noi stessi costruiamo.
Stringendo con forza le mani dell’arcivescovo Giovanni Accolla, il Dalai Lama afferma «Non lasciate che nel mondo avvengano delle guerre in nome della religione. Tutte le religioni si basano su valori comuni ed universali che sono l’amore, il rispetto dell’altro e l’amicizia. Ricordate, voi siete uomini, siete dotati di intelligenza: usatela per non cadere nei meccanismi dell’odio ma per contaminare l’umanità intera con il vostro amore».
Frasi che fanno riflettere, che toccano al cuore e che lanciano un messaggio di speranza. L’auspicio del Dalai Lama è che tutti i paesi del mondo possano essere legati da un rapporto di reciproca collaborazione e che possa nascere, un giorno non troppo lontano, una bandiera mondiale: simbolo della fine di tutte le guerre.
La chiacchierata con il Dalai Lama è durata quasi due ore, la maggior parte delle quali sono state dedicate all’ascolto delle domande del pubblico. Un’ulteriore conferma della volontà di Tenzin Gyatso di non presentarsi come un maestro, ma più come un amico con il quale riflettere insieme sulle difficoltà del mondo moderno. Un amico che alle fine del suo incontro ha salutato tutti con un inaspettato quanto divertente: «E’ ora di pranzo e poi, scusate, ma devo anche andare in bagno».
Paola Floriana Riso
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