Individuato dal laboratorio del Policlinico di Messina il primo caso in Sicilia di variante nigeriana del covid, a commentare la notizia è il professore Antonio Cascio direttore dell’unità di malattie infettive del Policlinico di Palermo, che sottolinea: «Dobbiamo attendere nuove analisi per fare delle valutazioni rispetto alla carica e alla resistenza al vaccino».
Nei giorni scorsi il laboratorio del Policlinico “G. Martino” di Messina diretto da professoressa Teresa Pollicino e dal professor Giuseppe Mancuso ha individuato un caso di variante nigeriana del coronavirus. Il virus è stato diagnosticato in un sedicenne, attualmente in isolamento. Sull’argomento si è espresso il Direttore dell’unità di malattie infettive del Policlinico di Palermo, Antonio Cascio, che ha sottolineato la necessità di ulteriori analisi che aiutino a comprendere la carica virale della variante e la reazione al vaccino.
«La cosa più importante – sottolinea Cascio – è fare presto perché tanto prima facciamo tanto meno virus circola e tanto meno varianti potranno generarsi. Ogni volta che il virus si replica può fare degli errori che possono generare nuove varianti, che a loro volta possono essere più capaci di riprodursi e diffondersi rapidamente. E se sono resistenti ai vaccini monoclonali per noi può essere un problema».
«Ritengo – aggiunge – che il prossimo autunno saremo sottoposti a nuove vaccinazioni da fare con più serenità, magari con vaccini polivalenti che contengono più varianti per esempio la nigeriana, l’inglese, la sudafricana e così via, faremo il vaccino come per l’influenza. Adesso, è fondamentale vaccinarsi tutti con il vaccino che abbiamo in attesa di avere i vaccini polivalenti».
(224)