Continua l’attività di tracciamento da parte dell’Ufficio per l’Emergenza Covid di Messina che ha raggiunto una media di 370 contatti telefonici al giorno, per un totale di 2.220 a settimana. Il contact tracing, eseguito da un team di 60 psicologi e psicoterapeuti serve, da un lato, a limitare i rischi di focolai, dall’altro, ad offrire un supporto alle persone contagiate dal coronavirus.
La squadra opera dal 4 gennaio 2021 presso la sede degli uffici commissariali al Dipartimento di Ingegneria dell’Università degli Studi di Messina con l’obiettivo di tracciare i contatti delle persone positive al coronavirus e prevenire così il diffondersi e la formazione di focolai. Come si anticipava, il compito è però affidato ad un team di psicologi e psicoterapeuti che, oltre a raccogliere le informazioni necessarie al contact tracing tramite un apposito questionario, si occupano di favorire una comunicazione in grado di gestire l’ansia e la paura dovute all’infezione, ma anche di cercare di alleviare le sofferenze emotive dei soggetti risultati positivi.
A titolo esemplificativo – spiegano dall’Ufficio per l’Emergenza –, grazie a questa attività, negli ultimi 7 giorni è stato scongiurato il pericolo della creazione di due grossi potenziali focolai in un importante supermercato cittadino e al terminal di arrivo degli aliscafi.
Come funziona l’attività di tracciamento dell’Ufficio Emergenza Covid di Messina
Per il tracciamento, i membri del team seguono un protocollo specifico redatto dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e sottopongono le persone risultate positive ad un’apposita scheda d’inchiesta con l’obiettivo di ricostruire i loro spostamenti e le loro attività nel periodo in cui erano già infette (includendo il periodo di incubazione dei 14 giorni). In questo modo, si cerca quindi di “tracciare” tutte le persone – tra familiari, amici, colleghi di lavoro, operatori sanitari – con cui il soggetto in questione ha avuto un contatto diretto senza l’utilizzo dei dispositivi di sicurezza o non senza rispettare la distanza minima per un tempo prolungato.
Al termine dell’attività di indagine, si procede a stilare un elenco con i nominativi delle persone coinvolte. Queste vengono quindi contattate ed informate dell’avvenuta interazione con un soggetto positivo al Covid-19. Inoltre, vengono comunicate le misure da adottare per arginare il rischio di contagio. Conclusa la telefonata di intervista, la scheda viene inviata tramite e-mail al paziente e, per conoscenza, al suo medico di medicina generale e al distretto sanitario di appartenenza, quale ricevuta informativa del colloquio effettuato.
Il supporto psicologico
L’attività dell’Ufficio per l’Emergenza Covid a Messina ha però anche l’obiettivo di limitare i disagi psicologici delle persone positive o entrate in contatto con un positivo. Alla prima telefonata di intervista, quindi, fa seguito, a distanza di qualche giorno, una seconda telefonata mirata all’ascolto dei bisogni e al supporto psicologico per gestire la fase di isolamento e, se necessario, iniziare un percorso di presa in carico del soggetto per prevenire l’insorgenza di psicopatologie.
«Questo procedimento – spiegano dall’Ufficio per l’Emergenza Covid –, grazie alla costituzione di un gruppo di coordinamento – costituito dalla Dott.ssa Edda Paino, Medico esperto di Prevenzione ed Epidemiologia, e dalla Dott.ssa Marinella Ruggeri, Medico esperto nel campo delle Neuroscienze e della psiche – si propone l’obiettivo di passare dal caso positivo inteso come dato numerico, alla presa in carico della persona, restituendole il suo valore e la sua dignità.
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