foto di un negozio di Messina con la scritta “chiuso” a seguito del decreto contenente le misure contro il coronavirus

Coronavirus. Crisi economica e affitti commerciali: Confesercenti Messina lancia l’allarme

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Una situazione drammatica che rischia di diventare esplosiva: così il presidente di Confesercenti Alberto Palella inquadra la condizione in cui versano oggi molti imprenditori e commercianti di Messina, costretti a sospendere l’attività a causa dell’emergenza coronavirus. A fronte dei conseguenti mancati guadagni e con la “Fase 2” ormai alle porte, la questione del pagamento degli affitti dei locali si fa per loro sempre più problematica e pressante.

Ma nel lanciare l’allarme, così come fatto nelle scorse settimane da Confesercenti a livello nazionale, il presidente Palella cerca anche di trovare una soluzione: «La situazione, già drammatica, rischia di diventare esplosiva – sottolinea – a meno che non si riesca ad instaurare un dialogo tra i proprietari degli immobili commerciali e i locatari. Fare rete in un contesto emergenziale come quello che stiamo vivendo è fondamentale per la sopravvivenza di tutti e per la salvaguardia degli interessi comuni».

«Va sottolineato inoltre – prosegue il Presidente di Confesercenti Messina –, che i canoni  dovranno essere necessariamente rinegoziati anche in vista della “Fase 2”, che prevedrà comunque molteplici restrizioni nelle attività commerciali, con una riduzione considerevole degli incassi».

In questa situazione, sottolinea Alberto Palella, scegliere la via dello scontro non risolverebbe la questione e, anzi, porterebbe a contenziosi legali insostenibili da un punto di vista economico. Ma una soluzione, secondo il Presidente di Confesercenti Messina, c’è ed è quella della mediazione.

«Una soluzione alternativa – scrive in proposito Palella – potrebbe essere rappresentata dalla procedura legale della mediazione, che tenga conto delle esigenze di entrambi e della situazione contingente, con costi irrisori rispetto a quelli di un iter giudiziario».

L’idea, spiega, sarebbe quella di trovare una soluzione che «contemperi le esigenze sia del proprietario dell’immobile che del conduttore titolare dell’attività commerciale anche tenendo conto delle perdite economiche di entrambi e delle diverse esigenze nascenti a seguito ed in conseguenza dell’emergenza covid-19».

«Trovare un accordo – conclude – è di estrema importanza, poiché non bisogna permettere che qualcuno resti indietro a causa del coronavirus».

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  1. Questo è possibile solo quando i proprietari degli immobili hanno altri redditi perché se non è così anche i” ricchi proprietari ” che devono pagare le tasse e magari sono inguaiatì con le banche per le ristrutturazioni non ce la fanno piu

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