Al via all’Ospedale Papardo di Messina la raccolta di plasma iperimmune da coloro che hanno avuto il coronavirus. In Sicilia e nella città dello Stretto verrà avviato, infatti, lo studio nazionale randomizzato “Tsunami” per la cura delle persone affette da covid-19 attraverso.
Lo studio prende origine da un protocollo firmato lo scorso 30 giugno dall’Assessorato alla Salute della Regione Siciliana che consente alle strutture che hanno deciso di aderire di avviare la raccolta di plasma iperimmune dai convalescenti. Le attività di raccolta sono state già avviate a Palermo e a Catania e dal 25 agosto anche a Messina.
«In questi mesi non abbiamo mai abbassato la guardia – ha commentato il Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera Papardo Mario Paino – predisponendo tutte le prescrizioni per il trattamento e la sicurezza dei pazienti contagiati e non. I numeri ci hanno dato ragione, visto l’efficacia dei protocolli intrapresi. Adesso però è il momento di passare allo step successivo e valutare tutte le forme di controllo per prevenire una nuova ondata. Questa volta dobbiamo farci trovare pronti».
Per poter iniziare la raccolta, l’Unità Operativa Complessa di Medicina Trasfusionale dell’Ospedale Papardo di Messina ha avviato una collaborazione con l’ASP 5 con l’obiettivo di studiare le liste di tutti coloro che hanno avuto il coronavirus da marzo fino ad ora.
«Già da un primo screening – ha dichiarato la dottoressa Fedele – siamo passati alla raccolta del plasma che risulta idoneo per la cura».
Coronavirus: chi può donare plasma
Chiaramente, può donare plasma chi ha avuto il coronavirus, ma verranno presi in considerazione più fattori: innanzitutto il dosaggio del titolo anticorpale e l’età del donatore, che deve essere compresa tra i 18 e i 65 anni. Il plasma del donatore, inoltre, non deve essere mai stato trasfuso e, nel caso delle donne, possono partecipare allo studio solo coloro che non hanno avuto gravidanze in passato.
Per il resto, rimangono validi i normali requisiti per la donazione del sangue.
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