Continuità territoriale. M5S e Comitato Pendolari Siciliani puntano il dito contro i Busitalia Fast

Pubblicato il alle

4' min di lettura

Sono arrivati appena ieri a Messina i nuovi Busitalia Fast delle Ferrovie che, secondo Ferrovie dello Stato, serviranno ad avvicinare la Sicilia al resto del paese, grazie a dei collegamenti tra Catania e Cosenza che consentono di spostarsi in comodità e a prezzi competitivi. L’attivazione del servizio bus, però, ha riacceso i riflettori sul vero problema che da anni preoccupa messinesi e, più in generale, siciliani: la continuità territoriale.

«La scelta del gruppo RFI di investire sul traffico gommato piuttosto che su quello ferroviario appare contraddittoria ed è per questo che stamani abbiamo inviato una nota ai vertici di RFI per chiedere dettagli e chiarimenti». Così i portavoce messinesi del Movimento 5 Stelle sulla delicata questione che nelle ultime ore sta “travolgendo” il settore dei trasporti in riva allo Stretto di Messina.

«Abbiamo denunciato per anni la ‘finta concorrenza’ che le Ferrovie dello Stato facevano ai traghettatori privati sullo Stretto di Messina mentre il servizio pubblico veniva distrutto, – affermano il capogruppo del Movimento 5 Stelle all’Ars Valentina Zafarana, insieme al deputato Antonio De Luca – ma mai avremmo immaginato che, un giorno, un mezzo di servizio pubblico, come i nuovi autobus di BusItalia-Simet che, ricordiamo, è una Società con socio unico soggetta alla direzione e coordinamento di Ferrovie dello Stato Italiane S.p.A, avrebbe scelto di utilizzare i traghetti privati per attraversare lo Stretto anziché le navi delle proprie società».

«Da tempo ormai – spiegano i deputati – assistiamo ad una contrazione dei servizi inaccettabile: partendo dalla volontà, espressa dal precedente Governo, di sostituire le navi ferroviarie con mezzi veloci, possibilità cui ci opporremo strenuamente, alla decisione di FFSS di istituire un servizio di ‘pullman veloci’ al posto dei treni, andando contro una globale e consolidata tendenza mondiale, volta alla valorizzazione di più ecologici mezzi ferrati a discapito del gommato; oggi addirittura snobba le proprie navi facendo arricchire il diretto concorrente: non sappiamo a che gioco stiano giocando, ma sappiamo che non ci piace. Abbiamo già chiesto delucidazioni – concludono i parlamentari – per sapere chi ha deciso che fosse quella la nave da prendere, e quindi chi ha organizzato gli orari senza tenere conto, evidentemente, delle coincidenze con i mezzi del servizio pubblico. Chi ha preso queste decisioni dovrà assumersi le proprie responsabilità».

«La continuità territoriale – affermano – è un valore che deve essere rispettato e non scavalcato o posto in secondo piano. Rfi dovrà chiarire in che modo la presenza dei servizi di Busitalia, a fronte di una precaria rete ferroviaria isolana, possa favorire i collegamenti tra la Sicilia e la Calabria e permettere ai cittadini di muoversi con facilità da una sponda all’altra dello Stretto. Al contempo, sarà utile capire per quale ragione questa operazione venga altresì effettuata sulle navi private della Caronte & Tourist e non su quelle proprie di Rfi e Bluferries».

Dure anche le parole del Presidente del Comitato Pendolari Siciliani, Giosuè Malaponti,  che definisce l’arrivo dei Busitalia Fast «l’ultima vergogna del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane nei confronti dei Siciliani e della Sicilia», sottolineando anche, oltre al danno, si aggiunge anche «la beffa di far traghettare i bus non con il servizio offerto da Rete Ferroviaria Italiana ma affidandosi alle navi traghetto del privato». Invece di curare l’anemia ferroviaria che attanaglia la Sicilia da anni, Malaponti sottolinea come «qualcun altro nel gruppo FSI ha pensato bene di iniziare a curarla con la “gomma” forse magari per cancellare tutte quelle promesse infrastrutturali fatte in questi ultimi anni dai governi nazionali e rimaste solo a binario morto».

Proprio in seguito all’arrivo dei Busitalia Fast, il Presidente del Comitato Pendolari Siciliani chiede un incontro con il Presidente della Regione On. Nello Musumeci e l’assessore regionale ai trasporti on. Marco Falcone ed auspica un loro intervento presso il Ministero dei Trasporti «per fare chiarezza su questa vicenda assurda e strana».

 

 

(355)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

error: Contenuto protetto.