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Confartigianato per la prima volta in piazza a Roma. Chiede un cambio di rotta

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confartigianatoprotestaTra i sessantamila che hanno raggiunto Piazza del Popolo a Roma, da tutta Italia, c’erano anche loro. Gli imprenditori delle piccole e medie imprese di Messina, che hanno lasciato le loro aziende per urlare la rabbia contro un mondo, quello della politica, che ormai da anni non ascolta più le loro richieste. «Riprendiamoci il futuro!» è stato lo slogan coniato per l’occasione. Assieme a una certezza divenuta evidente dopo la grande manifestazione di martedì: senza Pmi, l’Italia si ferma.

Rete Imprese Italia unita come non mai: Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti, Cna e Casartigianato. Perché, con le dovute diversità, è una battaglia di tutti.

«Non ne possiamo più come imprenditori e come cittadini» ha detto ad alta voce il presidente nazionale di Confartigianato, Giorgio Merletti. Con toni forti halanciato dal palco un appello a fare subito, in fretta. «Letta o Renzi — ha proseguito — cambia poco. Servono i fatti, uno scatto in avanti su alcuni punti: flessibilità, alleggerimento del carico fiscale-tributario, snellimento burocratico, accesso al credito, occupazione, rinnovamento energetico».

«Come non essere d’accordo — ha commentato il presidente di Confartigianato Messina, Giuseppe Interdonato, che è anche componente della giunta nazionale — con il nostro leader Merletti. L’ampia partecipazione, anche della nostra delegazione, conferma che non siamo più disposti ad accettare nuovi ritardi o promesse non mantenute. Le nostre realtà garantiscono posti di lavoro e sviluppo, la pubblica amministrazione deve contribuire a garantirne la sopravvivenza,non rappresentare un ostacolo. C’è bisogno di un’assunzione di responsabilità seria e decisa».

Per la prima volta Confartigianato è scesa in piazza, non era mai successo: «Una scelta condivisa da tutti gli associati, che chiedono un netto cambio di rotta. C’è chi pensa ancora che il tessuto economico del Paese sia rappresentato solo da quattro grandi industrie che muovono flussi di denaro e magari delocalizzano. Martedì abbiamo dimostrato che non è così, noi ci siamo, siamo tanti, stiamo sul nostro territorio. Vogliamo crescere nelle nostre città, con la nostra gente. È un messaggio lanciato in termini inequivocabili — ha concluso Interdonato —, che non può più essere ignorato». 

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