I dipendenti della Città Metropolitana di Messina continuano a protestare contro le decisioni del Sindaco Cateno De Luca, che da giorni porta avanti una battaglia contro Stato e Regione, a suon di provvedimenti amministrativi, per evitare il fallimento dell’ex Provincia.
Prima il blocco dell’erogazione degli stipendi, poi la chiusura degli uffici e le ferie forzate: questi sono stati i provvedimenti adottati dal Sindaco metropolitano che non sono piaciuti ai lavoratori che hanno subito avviato, con l’aiuto dei sindacati, una serie di azioni di protesta.
Una nota indirizzata a tutta la dirigenza di Palazzo dei Leoni, datata 5 febbraio, dimostra l’amarezza dei 161 firmatari: «Gli atti voluti da Cateno De Luca sono inopportuni – si legge – perchè ledono i legittimi diritti dei lavoratori. Condividiamo le motivazioni che spingono il Sindaco a una giusta e opportuna azione di protesta, ma questa deve caratterizzarsi solo su piano politico e istituzionale e non sulla pelle dei dipendenti».
La nota termina con una richiesta al Primo Cittadino, ma anche ai Dirigenti della Città Metropolitana: «Chiediamo al Sindaco di revocare gli atti. Diffidiamo i Dirigenti a darne seguito, anche perchè non trovano alcun fondamento nell’interesse legittimo delle funzioni dell’Ente, soprattutto in riferimento a quelli che sono i “doveri” dei dipendenti bensì, come già detto, vanno a ledere fondamentali, legittimi e inviolabili diritti di ogni lavoratore».
Intanto Cateno De Luca ha annunciato, ieri, l’imminente sciopero della fame, che inizierà l’1 marzo, nel caso in cui non dovessero arrivare novità dal governo regionale e nazionale, ritenuti dal sindaco metropolitano i responsabili del fallimento dell’ex Provincia, a causa di una politica basata su «prelievi forzosi dello Stato che, in questi anni, hanno determinato una ingiustificata decurtazione delle entrate».
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