Non solo nei boschi dei Peloritani, a Messina i cinghiali passeggiano senza timore per le strade di San Licandro, dell’Annunziata e del Rione Ogliastri.
A documentare l’ultima gita di un cinghiale in città è il Consigliere della V Circoscrizione, Paolo Barbera, che ha beccato letteralmente il mammifero “con il muso nel sacco”, mentre rovistava tra i rifiuti di San Licandro alla ricerca di qualcosa di sfizioso con cui banchettare.
La prima riunione convocata nella sede dell’assessorato comunale all’ambiente per discutere del problema cinghiali a Messina risale al settembre del 2015. «A due anni e mezzo di distanza – afferma Barbera – il problema non è stato risolto, anzi, si è ingigantito, come dimostrano le numerose segnalazioni inviate al sottoscritto, in queste settimane, dai cittadini».
Al fine di poter risolvere quella che il Consigliere Comunale definisce una vera emergenza cinghiali, Barbera richiede l’attuazione di alcuni provvedimenti urgenti:
- dichiarazione dello stato di emergenza con individuazione di un commissario dotato dei necessari poteri;
- riconoscimento, in ragione dello stato di emergenza, di condizioni più flessibili nella disciplina dell’attività venatoria rispetto a quanto stabilito con il Calendario Venatorio e il Decreto che limita la caccia al cinghiale al periodo 1 novembre-31 gennaio, con diverse restrizioni operative;
- istituzione di un servizio di prelievo in sicurezza dei capi di cinghiale trovati nei centri abitati;
- valutazione, come extrema ratio qualora l’ampliamento delle condizioni di caccia non fossero sufficienti a riequilibrare la pressione ambientale, dell’adozione di piani di cattura o abbattimento, anche selettivi, recentemente normativamente ammessi “nel caso di abnorme sviluppo di singole specie tale da compromettere gli equilibri ecologici o tale da costituire un pericolo per l’uomo o un danno rilevante per le attività agrosilvopastorali”.
La vicenda genera preoccupazione negli abitanti di San Licandro, e delle zone circostanti, per l’aggressività che i cinghiali possono manifestare laddove percepiscano situazioni di pericolo, come peraltro inevitabilmente avviene nel caso di branchi che vagano in pieno centro cittadino.
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