Sono stati prorogati fino al 31 dicembre 2022 i contratti dei 280 ex navigator attivi nei Centri per l’impiego della Sicilia. A comunicarlo, la Regione, che spiega i motivi del provvedimento. L’operazione non peserà sulle tasche di Palazzo d’Orleans, perché i fondi provengono dalla legge sul reddito di cittadinanza e sul potenziamento dei Centri per l’impiego (nello specifico sui risparmi provenienti del mancato completamento delle procedure selettive del personale di pari categoria da destinare proprio ai Cpi). [AGGIORNAMENTO delle 13.57 del 2 novembre in fondo all’articolo]
Soddisfatto il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani: «La Regione – afferma – continuerà ad avvalersi di questo personale qualificato, in attesa che si completino le procedure concorsuali per le assunzioni previste per il potenziamento dei Centri per l’impiego della Sicilia. In questo modo si dà continuità al lavoro svolto finora e si garantisce il corretto funzionamento degli uffici. Gli ex navigator, fra l’altro, saranno anche impegnati per l’attuazione del programma Gol».
Il provvedimento è stato preso a seguito di una nota inviata dal Ministero del Lavoro alle Regioni, per consentire agli enti di continuare ad avvalersi del personale in più – i navigator, appunto – che presta assistenza tecnica per il funzionamento del reddito di cittadinanza e del programma “Garanzia occupabilità lavoratori” nei Centri per l’impiego.
Attualmente, fanno sapere da Palermo, il dipartimento regionale della Funzione pubblica e del personale ha approvato e pubblicato le graduatorie dei 264 funzionari di categoria D vincitori del concorso pubblico che di recente sono stati chiamati a scegliere la sede di lavoro fra quelle disponibili per ciascuno dei profili messi a concorso.
Cobas/Codir: «Carenze strutturali nei Centri per l’impiego»
Nelle scorse ore, il Cobas/Codir (Comitato Nazionale Lavoratori) ha diffuso una nota stampa per fare alcune precisazioni: «Presso i Centri per l’Impiego della Regione Siciliana – scrive il sindacato – la maggioranza dei dipendenti possiede esperienza, anzianità e professionalità ultra trentennale che consente agli stessi di avere le competenze necessarie per svolgere le mansioni legate al mercato del lavoro, anche in assenza dei navigator».
«Tali attività – aggiunge il Cobas/Codir –, peraltro, vengono svolte con serie difficoltà dovute alla distribuzione del personale, alle carenze strutturali degli ambienti di lavoro e soprattutto ad un impiego del personale non corrispondente alla qualifica posseduta, per il quale risulta improrogabile una riclassificazione tenuto conto che, ad oggi, continua a lavorare, con spirito di abnegazione e senso del dovere, al di sopra delle proprie mansioni, contribuendo in maniera fondamentale e sostanziale al funzionamento degli uffici nei quali, spesso, non è stato formalmente attribuito un carico di lavoro con specifico ordine di servizio». Il sindacato chiede quindi alla Regione Siciliana in merito alla riclassificazione e riqualificazione del personale dei Centri per l’impiego siciliani.
AGGIORNAMENTO delle 13.57 del 2 novembre
Pubblichiamo di seguito la precisazione inviata dalla Regione Siciliana:
La Regione Siciliana ha espresso “la propria volontà in ordine all’esigenza di continuare ad avvalersi, fino al 31 dicembre 2022, del personale che presta assistenza tecnica presso le sedi territoriali della Regione Siciliana per il funzionamento del reddito di cittadinanza e per l’attuazione del programma “Garanzia Occupabilità Lavoratori”», ma non sono mai stati avviati «passaggi in ordine alla contrattualizzazione del personale»; notizie in tal senso «sono destituite di fondamento e non rendono giustizia all’agire celere, puntuale e preciso dell’Amministrazione che presiedo». Lo afferma il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, in una nota indirizzata al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, intervenendo sulla vicenda della proroga per i contratti dei 280 ex navigator che operano nei Centri per l’impiego della Sicilia.
Il presidente Schifani sottolinea, inoltre, come «l’Amministrazione si è mossa nel proprio ambito di competenza istituzionale, dando preciso riscontro alla richiesta in ordine alle proprie esigenze di operatività dei Centri per l’impiego, limitandosi, dunque, a dichiarare il proprio intento, così come peraltro richiesto espressamente» dal Ministero del Lavoro nella nota a cui si è dato riscontro.
(Foto di repertorio)
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