Il consigliere del Teatro Vittorio Emanuele, Giuseppe Ministeri, entra a gamba tesa nella polemica innescata in questi giorni dall’esclusione dell’Orchestra di Messina dal palinsesto del Teatro Greco Romano di Taormina, risponde ad Alessandro Russo e sottolinea: «Non c’entra la Giunta De Luca, il punto è che non c’è stata la volontà da parte della Fondazione di avere Messina dentro la programmazione 2020».
La questione, evidenzia quindi Ministeri – che, ricordiamo, è il membro del CdA designato dalla Città Metropolitana – non riguarderebbe tanto l’uscita di Messina da Taoarte, quanto una specifica scelta della Fondazione, che non avrebbe voluto coinvolgere la città nella programmazione degli spettacoli per l’estate 2020. Così Giuseppe Ministeri risponde ad Alessandro Russo e a Clara Crocè che oggi punta il dito contro i vertici del Vittorio Emanuele.
Il Teatro di Messina fuori da Taoarte
«Innanzitutto – esordisce Giuseppe Ministeri –, sono completamente d’accordo sulla sostanza di quello che dice il mio amico e consigliere comunale Alessandro Russo, cioè che è grave che Taormina Arte riparta con una stagione di spettacoli, di concerti al Teatro Greco-Romano, senza Messina.
Non sono d’accordo, però, sul ragionamento che sviluppa Alessandro Russo per esprimere questo concetto, perché nella programmazione degli spettacoli e dei concerti del Teatro di Taormina nulla c’entrano Cateno De Luca e la sua Giunta. La polemica interna al Comune di Messina è legittima, sacrosanta e normale, ma nulla ha a che fare con Taormina. Non ho nessun interesse a difendere l’Amministrazione, non è il mio lavoro. Mi occupo di politica culturale, non delle polemiche legate alle politica di tutti i giorni».
Più nel dettaglio, secondo quanto affermato da Ministeri, la questione è di livello regionale: «Il Teatro di Taormina – spiega – è della Regione, fa capo al Parco di Naxos Taormina, che è una struttura dell’Assessorato ai Beni Culturali. La programmazione la fa Taormina Arte, che ha un commissario straordinario, Bernardo Campo, funzionario dell’Assessorato Turismo Sport e Spettacoli. È una questione del tutto regionale. Sì, c’è il fattore “Messina dentro o fuori”, ma Taormina Arte vive con finanziamenti regionali. Riportiamo tutto a quello che effettivamente è».
Il punto, conclude «è un altro e posso dirlo perché ho partecipato personalmente a tutti questi mesi di riunioni. Il punto è che non c’è stata la volontà di Taormina Arte ad avere Messina dentro la programmazione del Teatro. Ci dobbiamo capire: Taoarte vuole veramente Messina e gli enti che ad essa fanno riferimento, come storicamente è sempre stato, o no? O vuole Messina solo per fare polemiche e poi le cose le fa con Palermo e Catania?».
La volontà da parte del Vittorio Emanuele di lavorare a Taormina, sottolinea Ministeri, c’è, e lo dimostrerebbero le azioni portate avanti in questi mesi: «Fin da quando mi sono insediato ho lavorato per riportare l’Orchestra del Teatro Vittorio Emanuele di Messina al Teatro di Taormina. Avevamo avviato i rapporti con il Macerata Opera Festival per delle coproduzioni che vedessero la nostra Orchestra suonare al Teatro di Taormina. Abbiamo lavorato al “Bellini Festival” per fare qualcosa di nostro a Taormina. Adesso però Taormina Arte l’evento su Bellini lo organizza col “Bellini” di Catania, e solo col “Bellini” di Catania. Le cose sono cambiate, ma non per volontà nostra».
Messina tornerà a suonare al Teatro di Taormina?
La questione appare complessa a questo punto, ma non di impossibile risoluzione. Secondo Ministeri le possibilità per riportare l’Orchestra del Vittorio Emanuele a Taormina ci sono, ma ad alcune condizioni.
«Per me la polemica non esiste – sottolinea. Messina deve trovare le condizioni per esserci a Taormina. Quindi sediamoci domani a un tavolo per approfondire e lavorare su questi temi. Nelle ultime settimane ho visto l’assessore Manlio Messina, il sindaco di Taormina Mario Bolognari, il direttore del Parco di Naxos, Gabriella Tigano. I rapporti ci sono, ma dobbiamo essere consequenziali. Deve essere anche Taormina Arte, e mi rivolgo al Commissario Straordinario, a volere Messina nella programmazione».
«Lavorerò per far suonare ancora il Teatro di Messina a Taormina – conclude, ma non possiamo fare come è stato fatto in passato, perché si sono creati troppi debiti. Ora stiamo governando bene, ma si deve tornare a Taormina in una situazione economica di sostenibilità».
La risposta alla sindacalista Clara Crocè (che chiede le dimissioni del CdA del Teatro)
«La sindacalista Clara Crocè – afferma il consigliere Giuseppe Ministeri – ha sempre lavorato tanto per il Teatro, ma sbaglia anche lei il percorso perché dice “l’Orchestra del teatro Vittorio Emanuele di Messina è fuori dalla programmazione del Teatro di Taormina, si dimetta il Consiglio di Amministrazione”. Ma che c’entra? Chi governa Taoarte fa la sua programmazione, non fa nulla per collaborare con Messina e si deve dimettere il Consiglio d’Amministrazione?».
«È Taormina Arte – ribadisce – che, del tutto legittimamente, si è fatta le sue operazioni con l’Orchestra del Teatro Bellini di Catania e l’Orchestra Sinfonica di Palermo. Va benissimo, sono bravissimi, andrò a sentirli. Ma è Taormina Arte che non ha creato le condizioni per avere l’Orchestra del Teatro Vittorio Emanuele, non il CdA. Perché dovrei dimettermi? Per il mio impegno per l’Orchestra? Il mio impegno c’è già per il 2021, per tornare a Taormina».
«Evitiamo di fare polemica – conclude. Perché la polemica tra di noi, messinesi, ha generato situazioni come quella attuale in cui Messina è esclusa dalla programmazione di Taormina Arte. Dico alla mia amica Clara Crocè, lavoriamo tutti insieme affinché l’Orchestra del Teatro torni a Taormina. Non dividiamoci».
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