Messina povera, maltrattata, abbandonata. Ma anche “grande” Messina. Camaro è spesso descritto come “popoloso quartiere nel cuore della citta”, e della città deve davvero averne il cuore, visto quanto accaduto ieri. Mamme, bambini, ragazzi, hanno fatto barriera in difesa dei 16 migranti minori ospiti di casa Mosè. Hanno dai 14 ai 17 anni, sono arrivati a Messina con la speranza di trovare una terra che li accogliesse. E la città, almeno una parte, li ha accolti al punto che non vuole lasciarli andare via.
A Casa Mosè, la struttura di Camaro gestita dall’Aibi, i 16 minori dovevano essere trasferiti in altri centri in provincia, Mili, Roccavaldina e S. Lucia del Mela. Niente da fare. I ragazzi si sono barricati all’interno della “loro casa”, e gli abitanti gli hanno dato man forte. Un coro unanime: “Casa Mosè non deve chiudere”, ha accompagnato la protesta dei residenti.
E non erano soli, i Camaroti. Con loro c’era anche il parroco, padre Cento, e i rappresentanti del quartiere, in testa il presidente, Natale Cucè. “Il sindaco – ha detto – , sta dimostrando di avere scarsa attenzione per le tematiche sociali discostandosi non poco da quanto promesso nel suo programma elettorale”. I ragazzi sono ancora lì, ma per quanto ancora?
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