Cartour a Catania. “La Nostra Città” e “Aias” per il confronto: «Inutili le polemiche»

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«Confronti trasparenti e condivisioni ragionevoli tra istituzioni e parti sociali», è questo ciò che chiedono il “Comitato La Nostra Città” e l’ “Aias” per mettere a punto una strategia efficace e risolvere l’annosa questione degli approdi di Tremestieri. Il confronto e la condivisione, dunque, prima di tutto il resto, anche se si dicono consapevoli che questi sono «metodi lontani dalla “politica spettacolo” degli ultimi tempi».

Il “Comitato La Nostra Città” e l’ “Aias” – rendendosi conto della drammaticità della situazione legata al traghettamento  –, offrono, da mesi, proposte e suggerimenti per «limitare i danni» conseguenti al fallimento dell’approdo di “emergenza”.

«Adesso – si legge in una nota –, dopo l’ipotesi di trasferimento di una nave Cartour a Catania, avanzata in questi giorni, si ritiene che soltanto con la ripresa del confronto tra la pubblica amministrazione e la società di traghettamento si potranno difendere gli interessi della città di Messina oltre che la sicurezza dei suoi cittadini».

Saro Visicaro de “La Nostra Città” e Giuseppe Richichi, presidente Aias, ricordano e analizzano le posizioni dell’Amministrazione comunale e del gruppo Caronte & Tourist, cercando di fare una sintesi di entrambi i punti di vista. «L’assessore Sebastiano Pino – precisano –, nel ritenere scorretta l’attribuzione della responsabilità all’Amministrazione della decisione di spostare da Messina a Catania lo sbarco delle navi Cartour, ammette però che c’è un problema di competizione tra territori e che Messina può concorrere solo se “lavoriamo tutti nella stessa direzione” per riuscire “in 3 anni ad avere infrastrutture migliori di quelle di Catania”, con riferimento alle autostrade del mare e il porto di Tremestieri; sottolinea pure che si sta “lavorando anche sul fronte via don Blasco per arrivare in tempi rapidi anche alla gara d’appalto, riuscendo quindi a non intasare il centro in coincidenza con gli sbarchi e gli imbarchi al molo Norimberga”».

«Il Gruppo Franza – proseguono Visicaro e Richichi –  rimarca come la decisione sia legata anche al fatto che “il porto di Catania rappresenta una delle più efficaci piattaforme logistiche del trasporto delle merci e dei passeggeri da e verso la Sicilia”, mentre a Messina, con grandi difficoltà, si devono “fronteggiare le iniziative, continue e scomposte, assunte dall’Amministrazione che si sono concentrate, con ben quattro ordinanze in poco più di otto mesi, proprio sulla linea Messina/Salerno; ma, nell’assicurare “che l’operazione non produrrà sostanziali ripercussioni sul versante del lavoro marittimo, consapevole del disagio che questa decisione recherà alla già gracile economia della Città di Messina”, dimostra di avere a cuore le sorti della città nella quale intende mantenere il baricentro dei suoi interessi».

«Da questi ragionamenti riteniamo – aggiungono i due rappresentanti – si debba ripartire avviando quel “tavolo di confronto”, richiesto già lo scorso 17 marzo 2015 dalle scriventi, per discutere in merito all’attraversamento dei Tir nel centro cittadino con lo scopo di alleviare i disagi in piena sicurezza e addivenire ad una strategia dei trasporti nell’Area dello Stretto di breve, medio e lungo periodo, condivisa dalle forze politiche, imprenditoriali e sindacali e sostenuta dal Sindaco che, quale massimo rappresentante istituzionale della città, ha il compito di mediare e coniugare le esigenze tra le varie parti».

«Le contrapposizioni sterili e incongruenti con l’associazionismo – concludono –, con gli autotrasportatori, con le società di traghettamento pubbliche e private e con i lavoratori diretti e indiretti, non servono a nessuno. Lo hanno capito anche soggetti al di sopra di ogni sospetto come Mariano Massaro, segretario regionale Orsa Trasporti, quando afferma : “Accorinti abbia l’umiltà di dire che ha sbagliato e cambi rotta”. Un invito da noi ribadito in più occasioni che l’Amministrazione siamo certi accetterà per scongiurare decisioni che portano alla definitiva e inesorabile emarginazione della nostra città».

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