La Sicilia è autosufficiente per far fronte al caro energia? È questa l’idea di Salvatore Merlino, responsabile provinciale infrastrutture, trasporti e Isole Eolie della Democrazia Cristiana e candidato al parlamento siciliano. I recenti rincari sul costo dell’energia hanno portato le persone a domandarsi quanto aumenterà il costo di gas, carburanti e dell’energia elettrica. Secondo Merlino, la soluzione per evitare incrementi eccessivi si troverebbe nello Statuto regionale.
«Gli aumenti – osserva Merlino – contemporaneamente di luce, gas e benzina dovuti alla guerra in Ucraina, ma anche e soprattutto alle speculazioni internazionali, rischiano di mettere in ginocchio le famiglie, le aziende e le attività commerciali in provincia di Messina e in tutta la Sicilia, che, o hanno già chiuso, o rischiano di doverlo fare a breve. Questo salasso potrebbe incidere molto sul bilancio delle famiglie siciliane, già depauperate da un’eccessiva tassazione. Ulteriori incrementi, in un complicato momento politico, a meno di improbabili ulteriori interventi da parte del governo in carica, rischiano di provocare una grave crisi economica e sociale».
L’ex consigliere comunale di Messina sostiene che in Sicilia il futuro è rappresentato dalle fonti di energia rinnovabili, come il solare e l’eolico: «Nella nostra Regione – prosegue – la situazione è più grave, se si considera che la Sicilia è a Statuto autonomo e produce tantissima energia da fonti rinnovabili; potrebbe quindi essere indipendente dai rincari di questi giorni, soprattutto se si applicassero in modo deciso le prerogative dello Statuto. E dire che l’Isola potrebbe arrivare ben oltre l’autosufficienza energetica che già ha ottenuto, cancellando subito le fonti non rinnovabili e affidandosi solo al sole, al vento, al moto ondoso, all’energia della terra. Il problema al momento è che utilizza dalle fonti rinnovabili solo il 33 per cento dei 17 miliardi di kilowattora che consuma. Tutto questo nonostante ci siano, inoltre, domande giacenti per una produzione più che decuplicata: 43 Gigawatt contro i 3,5 attuali. La questione è che purtroppo, al momento, non si riesce ad assorbire tutta l’energia prodotta e nel frattempo le centrali eoliche e fotovoltaiche sono diventate obsolete e spesso non più utili. Per ottenere una diminuzione dei prezzi basterebbe far funzionare a regime gli impianti esistenti e prevedere una scontistica per l’energia elettrica in più che potrebbe essere venduta nel resto del paese».
La risposta al caro energia si troverebbe dunque nel Titolo V (Patrimonio e Finanza) dello Statuto speciale, che disciplina le prerogative patrimoniali dell’ente regionale. «È bene ricordare – evidenzia Merlino – che l’articolo 33 dello Statuto siciliano specifica che “Fanno parte del patrimonio indisponibile della Regione le miniere, le cave e torbiere”. Se l’erogazione del carburante fa parte, di certo, dei servizi di prevalente interesse, con una delibera di Giunta, si potrebbe riconoscere la proprietà del petrolio prodotto nel sottosuolo siciliano, allora sarebbe possibile riprenderci parte delle accise e ottenere una diminuzione dei prezzi dei carburanti. D’altra parte, la Regione può istituire misure di fiscalità di vantaggio, funzionale alle politiche di detassazione di lunga e breve durata»
E sui carburanti, invece? La diversificazione, anche in questo caso, secondo Merlino, potrebbe aiutare a combattere la crisi di approvvigionamento e il caro energia: «La Sicilia ha ricevuto e può continuare a ricevere ogni giorno quantità immense di gas a Mazara del Vallo, provenienti dall’Algeria, e ne potrebbe ottenere anche di più quando il gasdotto con la Libia tornerà a pieno regime. Sarebbe opportuno tuttavia, che la Sicilia sfruttasse parte di questa servitù che offre per tutto il paese, chiedendo anche in questo caso una scontistica».
«Insomma – conclude Merlino – la Sicilia può ottenere prezzi calmierati per benzina, luce e gas; deve solo sfruttare prerogative che sono sopite nello Statuto. A quest’ultimo dovevano seguire una serie di successivi provvedimenti che ne avrebbero dovuto esplicitare le modalità di attuazione. Tutto ciò, ancora oggi in parte è disapplicato, e alla Regione vengono sottratte ingenti risorse economiche che potrebbero essere destinate al miglioramento delle condizioni di vivibilità dei suoi abitanti. Tutte le richieste della Regione sono state alla base di un contenzioso con lo Stato che è proseguito troppo lentamente e nel frattempo il territorio continua a soffrire. Credo sia fondamentale in questo momento impegnarsi sulla questione energia con tutti i mezzi e le risorse possibili, oggi è più che mai urgente attingere a ciò che è dei Siciliani, a tutela della nostra economia».
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