Non è poi così lontano il terremoto che ha colpito l’isola di Ischia dalla nostra Messina. A dirlo i geologi di CapitaleMessina Privitera e Randazzo, secondo i quali il recente sisma deve far riflettere i responsabili locali del governo del territorio.
«È soprattutto il governo locale ad avere un ruolo centrale nella prevenzione – spiegano i due geologi – attraverso opere e interventi mirati a mitigare il rischio sismico. Primo tra tutti l’avvio di approfonditi studi di microzonazione sismica, che sono ormai universalmente riconosciuti come il presupposto imprescindibile per qualunque strumento di pianificazione territoriale, al fine di valutare il rischio di danneggiamento degli edifici in caso di eventi sismici».
«Tali studi sono ancora più importanti – proseguono Privitera e Randazzo – quando si amministra un’area ad alto rischio sismico quale è quella della città di Messina. Ed invece, continuiamo ad assistere a sterili polemiche, ad escamotage ed alchimie giuridiche, da parte dell’Amministrazione comunale, per evitare lo svolgimento di questi ed altri fondamentali studi di base, per l’adozione della famosa “variante di salvaguardia”».
Compito dell’amministrazione locale è quello di comprendere quali condizioni possano causare vittime e danni alla cittadinanza e verificare costantemente la sicurezza delle strutture pubbliche.
«La microzonazione sismica – concludono i due geologi di CapitaleMessina – è un compito squisitamente interdisciplinare che richiede, dal lato delle indagini e dell’elaborazione dei criteri di intervento, notevoli apporti sia di ingegneria che di geologia e geofisica, mentre la loro attuazione pratica, in uno specifico insediamento abitativo, dovrebbe evidentemente valersi di adeguate competenze urbanistiche. Professionalità e competenze di cui la città è dotata sia nel corpus delle diverse figure professionali tecniche, sia nei settori della ricerca scientifica ed universitaria, ma dei quali una miope visione di governo locale non intende né avvalersi, né favorirne la crescita, restando ancorata a logiche superate e favorendo modelli di pianificazione del tutto inadeguati».
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