Dopo un anno dalla denuncia trasmessa all’Iacp, il consigliere comunale Libero Gioveni torna sull’argomento “cantiere del parco urbano di Camaro S. Paolo” e ribadisce che “nel cantiere, fermo ormai da più di anno, oltre al danno della paralisi nelle attività di completamento, vi è anche la beffa di essere diventato oggetto di incursioni di vandali e ragazzini che oltretutto rischiano davvero di pregiudicare la loro incolumità. Una realtà che rischia di trasformare l’area in una sorta di “far west”, ma che, nello stesso tempo, potrebbe diventare teatro di seri incidenti per dei ragazzini sprovveduti e spregiudicati”.
“Nella prima foto, per esempio – spiega Libero Gioveni -, si riesce ad intravedere persino un ragazzino arrampicatosi sopra l’altissima volta dell’anfiteatro, scivolando dalla quale il pericolo per la propria vita sarebbe più che certo”.
“Ma ciò a cui sono costretti ad assistere tutti i giorni i residenti delle palazzine limitrofe al cantiere va ben oltre – prosegue -; nei giorni scorsi per ben due volte in una settimana ignoti hanno rimosso il sigillo da una condotta dell’acqua tanto da creare un’autentica piscina all’interno che lambiva le stesse palazzine, col prezioso liquido che si perdeva inutilmente per giorni interi”.
“Non potendo intervenire gli stessi residenti – sottolinea il consigliere Gioveni -, essendo il cantiere recintato, personalmente ho allertato la direzione lavori che ha poi provveduto a far chiudere la condotta. Questo gruppetto di ragazzi, inoltre, si diverte a danneggiare le piccole strutture già realizzate, a imbrattare i muri o schiamazzare con tutto ciò che trova o che riesce ad introdurre all’interno del cantiere. Insomma, i timori palesati dal sottoscritto ai vertici dell’Iacp si sono rivelati fondati e col trascorrere dei giorni la situazione non può che peggiorare”.
“Sarebbe pertanto auspicabile – dichiara -, nell’attesa della ripresa dei lavori, di cui tra l’altro ancora non si è saputo nulla di ufficiale, che lo stesso Iacp, a cui faccio appello, provveda ad attivare un servizio di vigilanza privata, così come fece in quei due giorni in cui il cantiere rimase sguarnito dopo l’improvviso smontaggio della recinzione da parte dell’impresa a cui fu risolto il contratto”.
“Tuttavia – conclude il consigliere comunale Libero Gioveni -, la soluzione definitiva non può che essere quella di accelerare il riavvio dei lavori di un’opera che, anziché rappresentare un riscatto sociale nella zona atteso ormai da 12 anni, rischia davvero di diventare l’ennesima incompiuta di una città sempre più senza speranza in ambito di risanamento delle aree degradate”.
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