«Quei lavoratori elogiati sino a poco tempo fa, oggi si sentono il dito puntato contro». I dipendenti AMAM chiedono chiarezza al Sindaco Cateno De Luca e al Presidente Salvo Puccio, dopo le esternazioni degli ultimi giorni.
Tutto ha avuto inizio quando il Sindaco De Luca e il Presidente Puccio hanno scoperto che qualche dipendente favoreggiava i morosi, mancando di emettere fatture nei loro confronti: «Ora state attenti compari: ci sto pensando io a tutti voi – ha avvisato, ieri, il Primo Cittadino. Fatele pure le assemblee sindacali cari colleghi di AMAM ma sapete bene che i responsabili comunque si trovano tra di voi e più vi agitate e più l’agitazione diventa una vera e propria ammissione di colpa».
A seguito di queste dichiarazioni, durante l’assemblea che si è tenuta ieri, i lavoratori hanno espresso perplessità per le ultime uscite del sindaco De Luca e del presidente Puccio.
«Sembra che tutti i guai dell’Amam, recenti e meno recenti, siano da imputare ai lavoratori – afferma Stefano Trimboli, segretario provinciale della Femca Cisl – eppure sono gli stessi lavoratori che fino a poco tempo fa sono stati elogiati pubblicamente dal Sindaco e dal Presidente per il loro spirito di attaccamento all’azienda, per il lavoro svolto anche con una grave carenza di personale, per essere stati protagonisti delle cose buone che l’amministrazione De Luca dice di aver conseguito nella relazione del primo anno di mandato».
Trimboli sottolinea che «i numeri in bilancio dicono che i lavoratori, con il loro operato, hanno consentito all’azienda di aumentare la produttività del 18,7% tra il 2017 e il 2018. I lavoratori dell’Amam chiedono il giusto riconoscimento del loro lavoro e non di sentirsi chiamare fannulloni e delinquenti, “cumpari” e “cumpareddi”».
I lavoratori dell’Amam e la Femca Cisl di Messina chiedono, quindi, che il Sindaco De Luca e il Presidente Puccio non indugino oltre e facciano i nomi, denunciando coloro che in Amam sarebbero venuti meno al loro dovere e che, con le loro azioni, hanno violato il bene pubblico, sottomettendolo ai propri interessi, piccoli o grandi che siano.
«Non si faccia di tutta l’erba un fascio e si punti il dito solo contro i veri colpevoli se v’e ne sono – conclude Trimboli – lasciando gli onesti padri di famiglia in pace a fare il loro lavoro, per il bene dell’azienda e della collettività. Il sindacato e tutti i lavoratori perbene saranno al fianco del Sindaco e del Presidente nella guerra al malaffare, al clientelismo, alla mala gestione, agli abusi. Ma, per favore, basta sparare nel mucchio».
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