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Benefit ha riaperto: scopriamo lo store solidale di Messina – VIDEO

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Benefit, lo store solidale di Messina ha riaperto ufficialmente sabato 5 giugno nella sua nuova coloratissima casa di viale San Martino. Accetta donazioni, ha ripreso ad accogliere clienti e ha un nuovo spazio online, Gimago, in cui è possibile acquistare abiti usati. A raccontarci tutte le novità di questa riapertura è Cristina Puglisi Rossitto, presidente dell’Associazione Invisibili Onlus, cui fa capo il negozio.

La storia di Benefit ve l’avevamo raccontata già lo scorso maggio, quello che vogliamo mostrarvi oggi è il suo nuovo volto. Nato in un locale di 70mq, oggi lo store solidale di Messina è suddiviso in quattro reparti  principali (uomo, donna, bambino e prima infanzia), dispone di uno spazio ampio 400mq e di un piccolo angolo dedicato ai libri per ragazzi (ma non solo). Ad accogliere donatori e clienti sono il murale realizzato dallo street artist messinese NessuNettuno e Nicola, il pescespada creato dal maestro del ferro Fabio Pilato.

Benefit ha riaperto: dentro il negozio solidale di Messina – Video

*la donazione minima online è di 5 euro.

Come donare

Benefit, dicevamo, ha aperto ufficialmente sabato 5 giugno – Giornata mondiale dell’ambiente –, in concomitanza con la presentazione del progetto Gimago. È possibile donare contattando i volontari tramite il gruppo Facebook “Invisibili Onlus” oppure inviando un messaggio WhatsApp a Cristina Puglisi Rossitto al numero: 3473259964. I capi che si intende donare devono essere in buone condizioni e, per motivi sanitari, già lavati. Ricordiamo, inoltre che Benefit, a differenza che in passato, non sarà aperto al pubblico, ma sarà possibile andare a fare shopping dopo aver preso appuntamento.

Per rimanere sempre aggiornati e avere maggiori informazioni, si consiglia di consultare il gruppo Facebook “Invisibili Onlus”.

È arrivato Gimago, lo store online dalla parte dell’ambiente

Di Gimago vi abbiamo già parlato qui, è “l’evoluzione naturale di Benefit”, uno store online in cui è possibile acquistare, a fronte di una donazione simbolica di 5 euro, vestiti usati in ottime condizione. L’idea nasce dai due figli di Cristina Puglisi Rossitto, Alberto di 19 anni e Fabio, di 15. È proprio lui, il più giovane, a raccontarci le origini del progetto: «L’idea di Gimago deriva in parte da un mio cambiamento fisico – ha spiegato. In qualche mese ho perso 30 chili e mi sono ritrovato con tanti vestiti che non potevo più indossare. Mi sono chiesto, allora, “Cosa faccio? Li butto?”. La risposta è stata immediata. Ho pensato a quanti vestiti si buttano e alle conseguenze che questo ha sull’ambiente. I vestiti vengono smaltiti in inceneritori industriali, nelle fabbriche, che producono grandi quantità di CO2 nell’atmosfera. Gli effetti di tutto questo li vediamo. Buttando quei vestiti avrei fatto anche io dei danni all’ambiente. Ho deciso allora di donarli a Benefit, che è parte della mia vita da quando ero piccolo».

Gimago, ha spiegato ancora Fabio, è nato «quando nostra madre una sera a cena ci ha detto che quel giorno erano arrivati come donazione 2.400 jeans, io e mio fratello ci siamo messi a discuterne, abbiamo messo insieme le nostre idee e dato vita questo progetto». Un progetto che aiuta l’ambiente, favorendo il riuso di vecchi abiti, e che aiuta Benefit ad aiutare chi ne ha più bisogno, attraverso le singole donazioni, ovvero una cifra simbolica di 5 euro.

La gioia di poter scegliere: cos’è Benefit

Benefit è un contenitore di storie, di vite, di possibilità. Quando ha aperto, nel 2017,  le due fondatrici, Cristina Puglisi Rossitto e Anna Frazzica, l’hanno fatto con la convinzione di essere sulla strada giusta, ma con tutte le incertezze che si annidano dentro i nuovi progetti, soprattutto dietro quelli più ambiziosi.

A raccontarci uno degli eventi più significativi di quei primi tempi è Anna Frazzica: «All’apertura del primo Benefit sembravamo delle pazze pioniere, perché stavamo creando qualcosa di nuovo, ma in cui credevamo fortemente. A farci capire che eravamo sulla strada giusta è stato un ragazzino, Antonio. All’interno di Benefit tutti si mischiavano tra loro, donatori e clienti che avevano problemi economici. Volevamo che chi aveva realmente bisogno non si sentisse a disagio o in difficoltà. Un giorno venne in negozio Antonio per la prima volta. Abituato alla classica busta con i capi che, per quanto giusti di misura e adatti alla sua età, non sceglieva mai lui, si è trovato spiazzato. Ci diceva “Fai tu”. Abbiamo dovuto insistere tanto per convincerlo a scegliere, ma lo sguardo che aveva quando finalmente l’ha fatto ci ha trasmesso un’emozione bellissima. Con Benefit i ragazzi, che soffrono di più di fronte a una situazione di difficoltà, si sono trovati a poter selezionare cosa indossare. Ci ha fatto capire che la strada che avevamo intrapreso era quella giusta».

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