Benefit cambia casa, si fa 2.0 e approda in Kenya: le novità dal negozio solidale di Messina

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Benefit, lo store solidale di Messina, si evolve e si prepara per una nuova avventura che lo porterà oltre i confini, fino al Kenya e, più avanti, in Ucraina. L’obiettivo? Quello di sempre, aiutare le persone che hanno bisogno, attraverso le donazioni di abiti usati (ma rigorosamente come nuovi) e fare del bene per il pianeta, unendo così il sociale alla salvaguardia dell’ambiente. Dei nuovi progetti che vedono i volontari al fianco di nuovi partner nella città dello Stretto, e non solo, ci ha parlato questa mattina in conferenza stampa Cristina Puglisi Rossitto, fondatrice di Invisibili e ideatrice di Benefit insieme ad Anna Frazzica.

Partiamo dal principio. Benefit è un negozio solidale, nato a Messina nel 2017. Chi vuole può donare vestiti usati, a patto però che siano in ottime condizioni. Le persone in difficoltà economica e sociale possono trovare lì gli abiti, le scarpe, gli accessori (ma anche libri e giocattoli) più adatti a loro scegliendo tra gli scaffali dei diversi reparti come in un qualsiasi altro store di abbigliamento. La filosofia che ha sempre animato il progetto è quello del riuso: dare nuova vita ai vestiti usati, anziché gettarli, e nel contempo dare la possibilità a chi ha bisogno di trovare gli outfit adatti.

Circa un anno fa, dopo varie traversie, Benefit aveva trovato una nuova casa e, nell’occasione, vi abbiamo raccontato la sua storia, mostrato i volti dei volontari e spiegato come funziona. Oggi, però, Cristina Puglisi Rossitto e i suoi compagni d’avventura stanno pensando ancora più in grande e, grazie al supporto di partner istituzionali e aziendali, evolve e si dirige verso nuovi orizzonti. Cosa farà? Innanzitutto ha un nuovo stabile (al numero 1 di via San Cosimo) in cui oltre ad accogliere clienti e donatori, può confezionare gli abiti da spedire altrove. Dove? In Kenya, intanto, dove grazie al rappresentante dello store, Evans Odiero, sta nascendo un nuovo store, gemello di Benefit; in Ucraina tra qualche settimana. Lì, infatti, nascerà uno stabilimento che consentirà di smistare gli abiti e donarli alla popolazione in guerra.

A sostenere Benefit in tutto questo percorso sono la Eco Recycling, che ha fornito lo stabilimento e i mezzi industriali; la MessinaServizi Bene Comune e la Camera di Commercio di Messina.

Rossitto: «Benefit crescerà ancora una volta»

benefit nuovo

«La moda è una delle principali cause dell’inquinamento ambientale» ci ha spiegato Cristina Puglisi Rossitto. Il Fast Fashion, la ricerca di vestiti sempre nuovi, la spinta consumistica all’acquisto portano a uno spreco spropositato che danneggia fortemente il pianeta. «Il 10% dell’emissione di anidride carbonica – ha proseguito – deriva dal mondo della moda. Ogni capo in commercio che non rispetta le necessità ambientali è una coltellata al pianeta. L’industria del tessile deve riformarsi».

«Da questa premessa – precisa – nasce 2.0. Il sistema dell’economia circolare, il riuso dei capi è fondamentale. Benefit ha molti anni di vita e gode della fiducia dei donatori. Riceviamo circa 1.800 chili di abbigliamento in una settimana. Abbiamo quindi un grande esubero di magazzino rispetto a quanto possiamo donare. Abbiamo deciso di ampliarci. Abbiamo qui il rappresentante di Benefit Kenya, Evans Odiero, che avrà il compito di ricevere le donazioni da qui e darle alle famiglie che hanno bisogno. Poi abbiamo in programma la prima spedizione in Ucraina. Abbiamo molte richieste dalle zone di guerra. Sandro Lupini, rappresentante della Eco Recycling, la società che ci ha dato a disposizione la nostra sede, ci ha messo a disposizione anche una sede in Ucraina. Benefit crescerà ancora una volta».

Ma come funziona lo store in Kenya e perché è importante cambiare l’approccio al dono? «In Africa – ci spiega ancora Cristina – arrivano tantissimi vestiti, ma ciò che viene mandato lì è ciò che non è considerato vendibile in Europa». In sostanza, ci dice, noi europei mandiamo gli scarti, mentre l’idea di Benefit è un’altra: donare vestiti belli, in ottime condizioni, che possano piacere e far felice qualcun altro; perché l’abbigliamento, per quanto possa sembrare una cosa superficiale, non lo è affatto, ma è una forma d’espressione. Non si tratta solo di coprirsi.

A prendere la parola è stato quindi il responsabile di Benefit Kenya, Evans Odiero: «Questo rapporto di collaborazione con l’Italia per noi è fondamentale, ci aiuta a dare una mano a chi ha bisogno. Da qui, da questo primo passo si arriva poi all’eco sostenibilità, alla rivitalizzazione degli abiti usati. Ed è qui che si creeranno posti di lavoro. Aiuteremo i bambini orfani e in generale tutti coloro che non possono permettersi di comprare abiti nuovi. Diventiamo parte di un sistema, dobbiamo lavorare insieme per tutelarci, tutti noi, come una comunità. Stiamo lavorando sul primo container che partirà per il Kenya. L’idea è anche quella di creare nuovi abiti dai vecchi, anche questo darà lavoro».

Un’economia (solidale) circolare, i partner di Benefit

Presenti alla presentazione del progetto, tra gli altri, anche il presidente della Camera di Commercio di Messina, Ivo Blandina, che ha introdotto la conferenza stampa sancendo il proprio sostegno a Benefit, e Alessandro Lupini, rappresentante della Eco Recycling: «La mia speranza è che questo sia un percorso culturale, perché questo progetto ha la prerogativa di coniugare la tutela ambientale con la solidarietà sociale. Aiutando la persona cerchiamo di aiutare il nostro pianeta. Spreco e superfluo è  un binomio presente nell’economia del benessere da troppo tempo. Questo non è più accettabile. Ciò che per noi è superfluo non deve essere oggetto di spreco, ma va riutilizzato in un’economia circolare».

Sulla stessa lunghezza d’onda, la consigliera di MessinaServizi Bene Comune, Mariagrazia Interdonato: «Noi raccogliamo il materiale tessile nelle isole ecologiche e spesso mi rendo conto di quanto abbigliamento che può essere riutilizzato viene invece portato ai centri di raccolta. Ci vuole un ulteriore sforzo. Parlo di economia solidarietà circolare. Siamo una società che acquista e consuma anche cose che non ci servono. È un termine che deve entrare nella nostra quotidianità. A settembre riprenderemo gli incontri nelle scuole. Il prossimo punto di arrivo è quello dei rifiuti zero, abbattere lo spreco».

A chiudere, l’assessore alle Politiche Sociali, Alessandra Calafiore: «Conosco Cristina e Benefit da tanto. Il loro grande merito è quello di aver fatto un miracolo, educare le persone al dono. Dobbiamo donare anche le cose che possono servirci, ma che possono servire di più a qualcun altro. Benefit ha dato la possibilità a chi ha bisogno di poter scegliere l’abbigliamento. Non si tratta solo di coprire una persona con degli abiti, ma anche di dare dignità attraverso i vestiti».

 

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