I Consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle riaccendono i riflettori sul progetto di risanamento che dovrà liberare la città di Messina dalle baracche. Sull’argomento i pentastellati sottolineano alcune soluzioni che, se prese in considerazione, potrebbero secondo loro rappresentare la strada migliore per raggiungere l’obiettivo.
«Dal mese di agosto sono in corso interlocuzioni tra il Prefetto, i rappresentanti della Fondazione di Comunità, il Deputato Francesco D’Uva e gli altri parlamentari e rappresentanti territoriali del MoVimento 5 Stelle per replicare il modello Capacity nel processo di riqualificazione delle baraccopoli. Come MoVimento 5 Stelle siamo infatti convinti che il prototipo, così come strutturato dalla Fondazione, rappresenti un percorso virtuoso di rigenerazione dei luoghi e capacitazione dei nuclei familiari coinvolti. Riteniamo questo approccio più idoneo rispetto a quello promosso da Arisme, che prevede l’acquisto di immobili di privati da parte del Comune, già in profonda difficoltà nella gestione del suo patrimonio immobiliare per la manutenzione ordinaria e straordinaria senza alcun riscatto sociale per le famiglie. Siamo soddisfatti che anche altre forze politiche siano d’accordo sull’importanza di questo modello: ci auguriamo non soltanto per una prima pagina di giornale».
E proprio sulla bonifica delle zone dove insistono le baracche, i rappresentanti del MoVimento 5 Stelle sottolineano: «È necessario valutare le caratteristiche di ogni singola area prima di procedere ai progetti di risanamento. Siamo convinti che, laddove sia possibile promuovere opere di prima e seconda urbanizzazione, sia preferibile optare per una riqualificazione in loco senza alcun sradicamento dei nuclei familiari dai loro luoghi di origine. Valutazione che, ad esempio, può essere posta in essere per alcune zone come quella di Bisconte».
«Parliamo di intere famiglie, precarie da più di 60 anni, quattro generazioni in attesa di un’abitazione dignitosa. In questo momento ai cittadini di Messina servono risposte chiare. Finalmente abbiamo delle risorse messe a disposizione anche dal Governo. Usiamole con intelligenza e nel rispetto dei bisogni dei cittadini», concludono.
(113)