Qualcosa non quadra in ATM Messina secondo i consiglieri comunali Felice Calabrò e Alessandro Russo. All’interno dell’Azienda, spiegano i due esponenti del PD, sarebbero stati riconosciuti dei passaggi di qualifica ad alcuni dipendenti, con relativo aumento di stipendio, senza che prima si procedesse a una opportuna selezione. Di fronte a questa situazione, i due consiglieri chiedono spiegazioni al sindaco Cateno De Luca, al presidente di ATM Giuseppe Campagna, al direttore generale Natale Trischitta e ai liquidatori dell’Azienda.
Dei primi passaggi da un parametro ad un altro, con l’impegno di una successiva regolarizzazione dei passaggi, sarebbero avvenuti negli anni 2016 e 2017: alcuni dipendenti, in quel caso, sono passati dalla qualifica di Operatore qualificato della mobilità a quella di Assistente alla clientela. Adesso, con l’Azienda Speciale ATM in liquidazione, sono stati registrati ulteriori passaggi, questa volta alla mansione di Addetto alla mobilità (parametro 170). Questi passaggi prevedono, tra le altre cose, un incremento degli stipendi.
Ciò che non quadra, secondo Calabrò e Russo, è che, scrivono: «Sembrerebbe che tale assegnazione non sia stata eseguita sulla base di un regolare interpello interno tra gli altri operatori aventi potenzialmente titolo e interesse a proporre la propria candidatura, attraverso una selezione trasparente che fosse esclusivamente basata sulla produzione di documentazione relativa alle attività svolte e al merito di servizio documentabile sul campo da parte degli altri operatori interessati».
Inoltre, sottolineano i consiglieri, ATM avrebbe prorogato il riconoscimento del parametro retributivo 170 a uno o più dipendenti. Cosa che, considerata anche l’attuale situazione dell’Azienda, potrebbe comportare un «aggravio per le casse aziendali».
«È certamente opportuno – concludono Felice Calabrò e Alessandro Russo – che nella delicata fase di risanamento dei conti pubblici del Comune di Messina e segnatamente in quella della liquidazione dell’ATM azienda speciale non aggravare il carico di oneri finanziari aggiuntivi rispetto a quelli già individuati, evitando, al contempo, l’insorgere di potenziali ulteriori contenziosi coi dipendenti».
Per queste ragioni, i due consiglieri comunali del Partito Democratico chiedono chiarimenti sulle ragioni di quanto fatto e chiedono, inoltre, se sia stata o meno regolarizzata la situazione risalente agli anni 2016 e 2017.
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