ATM mette in discussione gli incentivi per 500 dipendenti. La decisione, comunicata dal Direttore Generale in attuazione della manovra “Salva Messina”, avrebbe lo scopo di ridurre i costi della società partecipata incaricata di gestire il trasporto pubblico cittadino ma non trova il consenso delle organizzazioni sindacali.
Con una nota congiunta, Filt-Cgil e Uiltrasporti si oppongono alla decisione unilaterale di ATM di disdire l’accordo di secondo livello applicato a 500 dipendenti che, se divenisse esecutivo, comporterebbe una evidente riduzione nello stipendio dei lavoratori.
«L’accordo sottoscritto – scrivono le OO.SS. – dalle sigle Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Faisa Cisal nel luglio 2017 ha validità triennale e pertanto la disdetta unilaterale da parte aziendale non è di fatto un atto che Filt Cgil e Uiltrasporti possono ritenere rispettoso delle normative vigenti».
L’accordo prevedeva una serie d’azioni finalizzate ad incrementare l’efficienza dell’azienda attraverso dei premi presenza ai lavoratori. I sindacati evidenziano che l’attuale contratto è stato stipulato dopo mesi di concertazione tra le parti, basandosi su rigidi elementi economici finanziari e su precisi obiettivi di produttività da raggiungere per l’azienda ed i lavoratori. Un accordo al quale i sindacati non sono disposti a rinunciare.
«L’attuale contratto di secondo livello – continuano Filt Cgil e Uiltrasporti – non ha incrementato il budget di spesa per l’ATM, ma ne ha cambiato radicalmente il sistema passando dalla precedente “elargizione a pioggia” al riconoscimento settoriale solo per obiettivo raggiunto. È stato basato su due tronconi, l’uno legato alla presenza e l’altro a precisi parametri di efficienza dell’azienda e del servizio».
Secondo i sindacati, tale contratto ha avuto riscontri positivi sopratutto in termini di abbattimento della malattia, facendo diventare l’ATM un’azienda tra le più virtuose del settore, consentendole di raggiungere una percentuale di efficienza complessiva dell’esercizio superiore al 98% in termini di mezzi in servizio.
«Il mancato raggiungimento – evidenziano le organizzazioni sindacali – degli ambiziosi obiettivi concordati può persino penalizzare il lavoratore e il servizio offerto alla città. Filt Cgil e Uiltrasporti, come ormai noto, hanno contestato quanto emerso e condiviso da altre sigle sindacali, negli accordi del “Salva Messina” in merito alle reali condizioni economiche e finanziarie di ATM e per tale motivo non possiamo certo condividere oggi sulla necessità di ridiscutere al ribasso il salario integrativo dei 500 dipendenti Atm facendo pagare agli stessi lavoratori presunti problemi economici di cui abbiamo chiesto una certificazione terza e di cui i lavoratori non avrebbero di certo responsabilità».
A suscitare la preoccupazione dei sindacati, oltre alla possibile riduzione dello stipendio dei lavoratori, è l’andamento della produzione di ATM nel semestre in corso.
Filt Cgil e Uiltrasporti hanno quindi decido di rendersi disponibili ad un immediato confronto con l’azienda trasporti, sulla ridiscussione dell’accordo, escludendo qualsiasi possibilità di riduzione degli attuali livelli salariali dei dipendenti .
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