Il sindaco Cateno De Luca attacca la «mala burocrazia» e firma una nuova ordinanza con cui ordina all’ASP di Messina di mettere a disposizione della Polizia Giudiziaria la banca dati dei soggetti che si sono messi in quarantena. Questo, allo scopo di incrociare i nomi con quelli acquisiti dalla Polizia Municipale e legati alla “comitiva di Madonna di Campiglio”.
Nel corso della diretta di ieri, il primo cittadino aveva annunciato via Facebook due ordinanze, la prima riguardante il divieto di uscire per passeggiare a Messina, la seconda riguardante l’ASP di Messina. Dopo aver fatto un breve resoconto delle ultime novità circa il “caso” della comitiva rientrata dalla settimana bianca a Madonna di Campiglio di cui, a ieri, la Polizia Municipale aveva individuato 115 nominativi, Cateno De Luca aveva sottolineato di non essere in possesso dei dati di competenza dell’ASP e di aver preparato un’ordinanza per ottenerli.
L’ordinanza in questione è stata pubblicata poco tempo dopo, già stamattina era disponibile sul sito dell’Albo Pretorio ed ha immediata esecutività. Stando al documento, l’ASP di Messina dovrà, in poche parole, fornire alla Polizia Municipale tutte le comunicazioni riguardanti le autodenunce nel lasso di tempo di interesse per le indagini sulla comitiva, al fine di consentire agli agenti di incrociare i dati con quelli in loro possesso.
In sostanza, si legge nell’ordinanza, da un lato alcuni membri della comitiva di Madonna di Campiglio avrebbero omesso di comunicare il rientro in città; dall’altro, si legge, l’ASP avrebbe omesso di comunicare alla Protezione Civile Comunale «l’avvenuto accertato caso di contagio da coronavirus». Fatto che avrebbe «rallentato tutte le attività preventive e quelle di indagine diretta ad accertare la provenienza del soggetto e gli eventuali contatti verificatisi con altre persone finalizzata a circoscrivere la diffusione del virus, attività che il Comune ha potuto porre in essere solo a far data da lunedì 16 marzo 2020 nella prima serata, allorché la notizia del contagio era diventata di pubblico dominio».
Il documento ordina quindi all’ASP di Messina:
- di mettere a disposizione le informazioni utili alle indagini in corso;
- di eseguire tutti gli accertamenti sanitari per verificare l’eventuale contaminazione «per tutti i soggetti che risultano non avere assolto l’obbligo, prevedendo l’esecuzione del test mediante tampone»;
- di curare l’ottemperanza alle prescrizioni inerenti l’autoisolamento fiduciario da parte dei soggetti che, valutate le circostanze li hanno portati in contatto con altri soggetti che hanno soggiornato nella provincia di Trento nel periodo che dalla fine di febbraio alla prima decade di marzo 2020.
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