Il Consiglio di Giustizia Amministrativa della Regione Siciliana conferma quanto deciso in primo grado: l’aggiudicazione della gara per la concessione degli approdi alla Rada San Francesco di Messina va rifatta. La decisione, dopo il ricorso presentato dall’Autorità di Sistema Portuale dello Stretto, è arrivata con due sentenze dell’8 giugno 2023.
Di cosa stiamo parlando? Ad agosto 2021 l’Autorità di Sistema Portuale dello Stretto (AdSP) aveva pubblicato i bandi per l’affidamento degli approdi della Rada San Francesco, finalizzati a consentire la presenza di due compagnie di navigazione per la gestione del traghettamento tra Sicilia e Calabria. La gara per il terminal 1 era stata vinta da Comet, quella per il terminal 2 da Caronte&Tourist. La seconda Azienda, però – che aveva partecipato ad entrambi i bandi –, ha presentato ricorso, accolto dal TAR di Catania. Sono seguiti i ricorsi dell’AdSP cui il CGARS ha risposto l’8 giugno con due sentenze che confermano l’annullamento delle aggiudicazioni. A questo punto, però, l’Autorità di Sistema Portuale dello Stretto potrà provvedere ad una nuova procedura di gara.
Gara : commenta il presidente dell’AdSP, Mario Mega
Di seguito, il commento del presidente dell’Autorità di Sistema Portuale dello Stretto, Mario Mega:
«Nonostante sia necessario ripetere tutta la procedura siamo soddisfatti del risultato del giudizio amministrativo che ha chiarito in via definitiva la correttezza di alcune delle scelte più significative dei bandi che erano state impugnate dall’operatore che da decenni opera in quelle aree. Tra queste: la creazione di due terminal distinti, assegnati a due operatori differenti, per favorire la concorrenza così come fra l’altro indicato dall’Autorità Garante per il Mercato e la Concorrenza; il rilascio delle concessioni per lo svolgimento di operazioni portuali ed il conseguente obbligo, prima non esistente, per i concessionari di applicare il CCNL Porti e, in fase di subentro per nuova assegnazione, le clausole sociali a tutela dei lavoratori impiegati; il divieto assoluto di far accedere ai terminal mezzi pesanti in partenza da Messina, destinando quindi il traghettamento in partenza alle sole autovetture, ai pullman ed mezzi commerciali sotto le 35 tonnellate salvo che in occasione del blocco delle operazioni agli approdi di Tremestieri disposto dalla Autorità Marittima e dalla Autorità Portuale a seguito di insabbiamento ed escludendo quindi le deroghe attualmente disposte per un aumento dei tempi di attesa conseguenti a scelte operative dei vettori; l’obbligo per i vettori di comunicare in tempo reale tutti i dati sulla programmazione delle corse ed eventuali ritardi al fine di consentire una tempestiva e corretta informazione a tutti gli utenti».
«Quanto alla necessità di acquisire l’intesa con il Comune – aggiunge –, ne prendiamo atto ma continuiamo a manifestare perplessità perché collegata ad una previsione del PRP che secondo noi fa riferimento a fattispecie differenti atteso che in questo caso non viene cambiata la destinazione d’uso delle aree e non ci sono nemmeno interventi edilizi significativi da attuare per la separazione dei terminal. Lo stesso Comune, d’altra parte, non pare abbia mai rivendicato questo ruolo anche perché, viceversa, esprime regolarmente parere nell’ambito delle procedure demaniali relative anche a quelle aree ogni qualvolta un concessionario debba svolgere delle attività edilizie o di trasformazione del territorio. Non abbiamo comunque problema ad adeguarci alla interpretazione del CGARS anche se questo ora forse comporterà di dover verificare la necessità di procedere in autotutela all’annullamento di tutte le altre concessioni rilasciate su quelle aree negli ultimi anni per avviare nuovi procedimenti di assegnazione».
Per Mega, il punto più significativo delle due sentenze del CGARS: «Resta quello del definitivo chiarimento circa il ruolo che la legge vigente assegna all’Organismo di Partenariato della Risorsa Mare a cui compete di pronunciarsi, con pareri consultivi, “a monte” sugli atti di pianificazione e di programmazione del porto senza tuttavia avere competenza in ordine alle decisioni prese “a valle”. Questo giudicato – prosegue – spero ponga la parola fine ai tentativi proposti da alcuni operatori portuali, a volte come rappresentanti della propria categoria ed a volte a tutela dei propri interessi aziendali, di contrastare atti gestionali dell’Autorità Portuale rivendicando una competenza che la legge non assegna loro. Da ultimo il tentativo di bloccare la gara per i lavori di sistemazione delle aree esterne della ex fiera di Messina per non aver “potuto” intervenire su un mero atto gestionale compiuto dal Comitato di Gestione per l’aggiornamento del costo complessivo dell’intervento, lievitato a seguito della redazione del progetto esecutivo, degli adeguamenti richiesti a seguito dei pareri obbligatori degli Enti preposti e del maggior costo dei materiali dopo che già era stato consultato “a monte” in fase di aggiornamento del Piano Triennale delle Opere Pubbliche nello scorso mese di ottobre».
«Conclusivamente – specifica infine il presidente dell’AdSP dello Stretto, Mario Mega –, oltre che ringraziare tutti i miei collaboratori e lo staff legale che ci hanno supportato in questo complesso ma sostanzialmente corretto procedimento, dispiace solo di aver perso quasi due anni con un impegno di risorse economiche e di energie che potevano ben essere indirizzate verso impieghi più utili alla comunità portuale ed ai cittadini di Messina».
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