La UIL Messina ha abbandonato il tavolo del confronto con il sindaco ieri sera, dicendo un fermo NO al progetto Salva Messina. Ad annunciarlo era stavo proprio Cateno De Luca che alla fine dell’incontro con le organizzazioni sindacali aveva definito UIL e la CGIL: «nemici della città e difensori dello sfascio e del pressappochismo».
La risposta di Ivan Tripodi, Segretario generale UIL Messina non è tardata ad arrivare. In una nota che riportiamo in maniera integrale, il sindacato spiega perchè il Salva Messina, in realtà, sarebbe un vero e proprio progetto “Ammazza Messina”.
«La UIL Messina, con grande saggezza ed enorme senso di responsabilità, non ha giustamente sottoscritto il documento “Ammazza Messina” proposto dal sindaco De Luca e, quindi, non ha avallato il conseguente massacro della città. Il piano in questione, che è stato definito dallo stesso sindaco “lacrime e sangue”, rappresenta, senza se e senza ma, la pietra tombale sul futuro occupazionale delle lavoratrici e dei lavoratori e sulla stessa esistenza dei servizi cittadini, a partire da quelli erogati da Atm, Messina Servizi e Amam, aziende che rischiano la chiusura o la privatizzazione come reiteratamente sbandierato dal sindaco. Insomma, siamo alla liquidazione coatta della città di Messina ed a farne le spese saranno gli incolpevoli cittadini messinesi.
Inoltre, anche per i dipendenti comunali e per i lavoratori dei servizi sociali, al di là della brevissima proroga bimestrale della ingiusta e cinica chiusura di Casa Serena e al netto dei sofismi dialettici presenti nel documento proposto dal sindaco, non vi è alcuna reale o concreta certezza per il futuro. Abbiamo, pertanto, detto NO semplicemente perché siamo contrari all’ineluttabile macelleria sociale che inevitabilmente il piano “Ammazza Messina” produrrà nell’ipotesi in cui dovesse essere approvato.
Al sindaco De Luca che sembra vivere con l’ossessione del Sindacato, delle lavoratrici e dei lavoratori rispondiamo che gli sfascisti sono coloro i quali distruggono irrazionalmente ogni cosa e i fatti concreti di questi giorni ci dicono con chiarezza che il primo a volere sfasciare la città è proprio lo stesso De Luca attraverso scelte nefaste che contribuiranno ad inaridire sempre più la già fragile economia del nostro territorio. Pertanto, con grande garbo e rispetto istituzionale, ci appelliamo a tutte le consigliere e a tutti i consiglieri comunali, affinchè non si rendano corresponsabili di questo disegno e, pertanto, riflettano profondamente in merito all’opportunità di approvare un atto amministrativo miope e senza ritorno. E’ del tutto evidente che inizia una fase di forte mobilitazione che vedrà in prima linea il Sindacato per difendere il mondo del lavoro e, soprattutto, per salvare la città di Messina.
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Occorre trovare il giusto mezzo e il giusto equilibrio, La politica ha il dovere di risolvere i problemi con il dialogo e il compromesso. Lo scontro lo paga la città. Occorre invece di chiudere trovare la strada virtuosa per ripianare i debiti anche aumentando i costi per gli ospiti e non chiudere. Pensare di fare una vera lotta alla evasione dei servizi come la raccolta dei rifiuti e la fornitura dell’acqua atteso che c’è molti che non pagano volutamente. De Luca deve trovare il giusto equilibrio tra la funzione di sindaco e manager altrimenti non si esce da questa situazione.