A seguito delle alluvioni che il 3 agosto hanno colpito la popolazione del Veneto, e nello specifico del Trevigiano, l’ordine degli Ingegneri di Messina esprime solidarietà e cordoglio nei confronti della popolazione colpita da questi tragici eventi. «Episodi che — dice il presidente Santi Trovato — ricordano molto da vicino e “dolorosamente”, quanto accaduto a Messina nel 2009 e 2010, in Toscana nel 2011, nella Liguria nel 2012 ed in Sardegna nel 2013».
Proprio alle luce di queste analogie , l’Ordine degli Ingegneri spiega che «tutti questi avvenimenti sono accomunati da un unico tragico comune denominatore: l’assenza di un Piano di Prevenzione e messa in sicurezza del territorio, sia a livello nazionale che locale».
Una mancanza che diventa fatale: «Il nostro Paese — si legge in una nota — sconta un’assenza di pianificazione cronica e per tale ragione, fino ad oggi, le risorse non sono state spese correttamente in fase preventiva ma solo a seguito delle emergenze. La difesa del suolo è un problema non solo tecnico, finanziario e giuridico-procedurale ma è un problema, ed è molto più grave, economico e sociale, che richiede, anzitutto, scelte politiche consapevoli».
«Gli Ingegneri — prosegue il documento — hanno l’obbligo, e se ne assumono la responsabilità, di indicare le priorità e le soluzioni tecniche, e nel 2012 il nostro Ordine professionale insieme all’Ordine degli Ingegneri di La Spezia, aveva proposto la costituzione di un “Osservatorio Nazionale sulle politiche a difesa del suolo”. Al Governo e alla Politica avevamo anche chiesto che con urgenza si individuassero gli strumenti necessari per reperire le somme occorrenti per la preventiva redazione di un “Progetto Conoscenza sulle principali criticità idrauliche e geologico-alluvionali” che prevedesse anche una scala di priorità degli interventi da avviare,annualmente, nelle zone più a rischio».
L’intento era quello appunto quello di collaborare al fine di realizzare uno strumento di pianificazione concreto e necessario per destinare finalmente le risorse, in modo più appropriato ,ai fini della prevenzione dei possibili danni.
«Ad oggi — conclude Trovato — non vi è stata alcuna risposta ma con inesorabile cadenza almeno annuale, le alluvioni continuano a devastare, a dispetto delle ingenti risorse investite per “riparare i danni”, tutta la Penisola. Ci auguriamo che le risorse che questo Governo ha indicato di voler investire entro il 2014 (1,1 miliardi di euro per cantieri antidissesto e per cantieri in ambito idrico) verranno effettivamente destinati ad opere utili ad una migliore e più efficace messa in sicurezza del suolo. Al di là delle differenti latitudini, mali comuni in un territorio sempre più fragile e vulnerabile».
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