Non è tardata la replica dell’assessore allo Sport, Francesco Gallo, alle dichiarazioni del consigliere comunale Massimo Rizzo, che aveva accusato la Giunta di avere «poche idee e confuse» sulla gestione degli impianti sportivi. Al centro del botta e risposta, una delibera presentata dall’Amministrazione sull’affidamento di palestre, palazzetti e stadi ai privati.
Ieri, l’esponente di Libera Me in Consiglio Comunale, Massimo Rizzo, aveva criticato aspramente la gestione degli impianti sportivi da parte della nuova Giunta, parlando, sostanzialmente, di «vuoto cosmico» e accusando il nuovo assessore di essere «peggiore» del suo predecessore. In particolare, il Consigliere aveva accusato l’assessore Francesco Gallo – e l’Amministrazione in generale – di aver elaborato e approvato «una delibera di indirizzo fondata su una legge che non è ancora in vigore e che, forse, sarà applicabile dal 2024!». Il riferimento è alla delibera n. 313, riguardante le procedure di affidamento a privati degli impianti sportivi.
«Mi dispiace deludere qualcuno – replica l’assessore allo Sport, Francesco Gallo, ma il dietrofront (ingiustificato ed inspiegabile) del Parlamento nazionale su una serie di importanti ed innovative leggi sullo sport non inciderà (in maniera significativa) sui tempi di attuazione del recente atto di indirizzo della Giunta Municipale sulla esternalizzazione degli impianti sportivi comunali. Ed infatti, mentre sul “lavoro sportivo” e su altri decreti legislativi la postergazione al 2024 del termine di entrata in vigore potrà incidere in maniera significativa, sulle modalità di affidamento e ristrutturazione dell’impiantistica sportiva cambierà poco rispetto alle novità introdotte dal D.Lgs. 38/2021, che in alcuni casi riportavano pedissequamente norme precedenti».
«In particolare – aggiunge –, in luogo degli articoli 4 e 5 del nuovo decreto vanno comunque prese a riferimento, tra le altre, le previsioni normative (che rimangono vigenti) della Legge di Stabilità del 2014 (commi 304 e 305) e successive integrazioni, e l’articolo 15 comma 6 della Legge n. 9/2016 per quanto riguarda l’affidamento diretto alle società sportive. Certo, i nuovi termini introdotti per la convocazione della conferenza dei servizi sarebbero stati più brevi, ma con una differenza in concreto di circa 90 giorni e non – come sostiene qualcuno – di due anni e mezzo. Dopo oltre venti anni di tentativi andati a vuoto, continuo a credere che potremo raggiungere traguardi significativi molto, ma molto, prima del 2024».
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