Affaccio al mare di Messina, Articolo Uno: «Basta perdere tempo»

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Lo scorso 20 marzo, il Comitato Cittadino di Articolo Uno Messina si è riunito per discutere sulla questione fronte mare, protagonista assoluto delle precedenti settimane messinesi. Con la demolizione del Teatro in Fiera di Messina, infatti, si è riaperto il dibattito sull’affaccio a mare e sulle possibili alternative.

Durante l’assemblea, Articolo Uno Messina ha ribadito la necessità di spendersi, «con determinazione e convinzione, nella costruzione di un percorso che metta assieme tutte le forze dell’alternativa, superando differenze e valorizzando gli elementi unitari, offrendo alla città una discussione e un confronto centrato sui temi e sui contenuti».

Una strategia per il Fronte Mare di Messina

passeggiata a mare messina, degradoDopo l’audizione in Commissione del Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale dello Stretto, il Comitato Cittadino di Articolo Uno Messina chiede di trovare un’alternativa strategica e un’accelerazione dei Piani di Inquadramento Operativo (PIO) che possano coinvolgere la cittadinanza.

«Prendiamo atto con soddisfazione – scrive Articolo Uno Messina – che il dibattito innescato dalla demolizione del Teatro in Fiera si è allargato all’intero fronte e rivendichiamo di avere, per primi, posto la necessità di avviare una riflessione complessiva sulle prospettive. È nostra convinzione, come espresso a suo tempo con una serie di prese di posizioni pubbliche, la correttezza della scelta di perimetrare l’Autorità di Sistema sullo Stretto senza allargare a contesti e territori disomogenei ed in quest’ottica va riconosciuto l’impegno del Ministro dei Trasporti del tempo, Danilo Toninelli. Rispetto alla questione specifica degli spazi del Teatro in Fiera non possiamo non considerare un dibattito che sta dividendo la città e che le istituzioni non possono ignorare. In questa direzione riteniamo fondamentale che gli enti coinvolti – dall’Autorità di Sistema, al Sindaco sino alla Regione – assumano una iniziativa mettendo attorno a un tavolo forze politiche e sociali per definire una scelta quanto più condivisa proprio in relazione alle caratteristiche divisive della discussione valutando se confermare il progetto in corso o se non spostarne la realizzazione in altra area (anche eventualmente dentro la stessa Fiera), valutando costi, benefici ed eventuali responsabilità contabili di una simile operazione. Anche sulla possibile demolizione dell’ex Irrera a Mare, si esca dall’impasse.

L’edificio ad oggi è vincolato, cosi come alcuni altre strutture, se l’Autorità di Sistema intende procedere all’eliminazione eviti annunci sui giornali e invece si attivi presso l’Assessorato Regionale ai Beni Culturali e chieda, se davvero lo ritiene, la cancellazione del vincolo. Rimaniamo convinti che la centralità del dibattito vada però assegnata alla definizione di una visione strategica. In questo senso non bastano e non servono suggestioni ma progetti e realizzazioni. Perciò l’unica strada per dare seguito alle linee guida del Piano Regolatore Portuale passa per la stesura dei Piani di Inquadramento Operativo (PIO) sia per la porzione di territorio dal Torrente Boccetta a Villa Sabin sia per la Zona Falcata.

Per la definizione degli indirizzi di questi piani particolareggiati, l’Autorità di Sistema attivi tavoli di confronto e concertazione con le istituzioni locali, le parti sociali e le forze politiche al fine di dare un mandato preciso e condiviso a chi dovrà redigere i piani. In quest’ottica al di là di alcune “difese di ufficio” del Presidente dell’Autorità di Sistema, Mario Paolo Mega, non è più accettabile che si continui a perdere tempo a quasi due anni dall’entrata in vigore del Piano Regolatore».

La Zona Falcata e l’abolizione delle recinzioni del porto storico

All’interno del dibattito sul fronte mare, Articolo Uno Messina torna a discutere della questione della Zona Falcata. «Dentro questo confronto ampio – conclude Articolo Uno – dovrà assumere una rilevanza maggiore di quanto non ne abbia avuto la questione della Zona Falcata a partire dall’accelerazione delle procedure di bonifica, elemento propedeutico per qualsiasi progetto di sviluppo. Cosi come sulla realizzazione del Porto di Tremestieri occorre velocizzare, poiché sono trascorsi troppi anni dall’avvio dei lavori e non si hanno certezze sulla loro conclusione, perché non ha senso attivare un confronto sulle prospettive strategiche senza la liberazione della Rada San Francesco. Cogliamo l’occasione per ribadire cosi come previsto dal Piano Regolatore che il Presidente dell’Autorità di Sistema si attivi rapidamente per abolire la recinzione del porto storico riconsegnandolo alla libera fruizione della cittadinanza, fermo restando gli accorgimenti necessari per garantire la sicurezza del traffico croceristico».

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