Proveniva da una villa di un condominio residenziale, l’acqua mista a cloro che da tempo si riversava nel Lago di Ganzirri, inquinandolo. La scoperta è avvenuta a seguito di una normale attività di controllo e monitoraggio attuata dalla sezione Tutela del Territorio della Polizia Municipale. Successive indagini hanno permesso di far luce sulle cause dello sversamento.
Soddisfatta l’assessore Dafne Musolino: «L’attività di tutela ambientale che la Polizia Municipale Sezione di Tutela del Territorio svolge quotidianamente ha conseguito un importante successo. Finalmente, dopo circa un anno di attività è stata individuata la fonte dalla quale proveniva lo scarico di acque nel Lago di Ganzirri».
Per arrivare a oggi, però, bisogna fare un passo indietro. Nell’estate 2019, AMAM, Polizia Municipale e la Stazione Navale della Guardia di Finanza di Messina, avevano confermato che la bocca di scarico sul Lago è collegata ad una conduttura di acque bianche e meteoriche che serve il vicino condominio residenziale. Circa due settimane fa, la svolta: la sezione Tutela del Territorio ha scoperto un copioso scarico di acque miste a schiuma che si riversavano nello specchio d’acqua della zona Nord.
Nel giro di poche ore dalla scoperta, AMAM è intervenuta per prelevare un campione del liquido che si riversava nel Lago. Le indagini dell’Arpa (Agenzia regionale per la protezione ambientale) hanno evidenziato la composizione del liquido, vale a dire acqua trattata con cloro. I successivi accertamenti hanno portato a scoprire che lo sversamento era causato dal malfunzionamento di un’elettrovalvola che, spiega il Comune «costituiva l’artificio mediante il quale le acque provenienti da una piscina di una delle ville del complesso residenziale venivano immesse direttamente nella condotta delle acque bianche del condominio».
Dalle analisi dell’Arpa è emerso, inoltre, che l’acqua conteneva una quantità di cloro 10 volte superiore al massimo consentito per legge. Lo scarico è stato quindi sequestrato e i proprietari della villa sono stati denunciati. Il sequestro è stato poi convalidato dalla Procura della Repubblica che ha contestato agli indagati l’inquinamento di area naturale e sottoposta a vincolo paesaggistico (vale a dire, la riserva naturale Lago di Ganzirri).
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