Fotogramma video Renato Accorinti - Ricandidatura sindaco Messina

Renato Accorinti sull’operazione “Terzo Livello”: «La città è malata»

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L’ex sindaco di Messina, Renato Accorinti, commenta l’operazione “Terzo Livello” che ieri ha portato all’arresto dell’ex Presidente del Consiglio Comunale, Emilia Barrile, e ad altre 12 misure cautelari nei confronti di politici, imprenditori e faccendieri, accusati di aver gestito la “cosa pubblica” a fini privati.

In una lettera, che riportiamo di seguito in modo integrale, l’ex primo cittadino afferma:

«Un nuovo caso giudiziario investe Messina per rapporti illeciti tra politica e affari. Dopo “Corsi d’oro”, “Matassa”, “Gettonopoli” e “Messinambiente”, l’indagine “Terzo livello” evidenzia che è ancora radicato un intreccio di relazioni perverse in cui si mescolano malaffare, malavita e malapolitica e che il voto è ancora pesantemente influenzato da reti occulte e sistemi illeciti che distorcono l’espressione del consenso e condizionano la vita democratica.

Quando accendevamo la luce su questi fenomeni, anche fuori dalla nostra città, venivamo tacciati da alcuni Consiglieri comunali di essere disfattisti e di gettare fango sull’immagine della città. Noi, invece, eravamo con dolore consapevoli della loro gravità, perché questi fatti allontanano i cittadini dalla politica e minano la fiducia nelle istituzioni. Per reagire bisogna anzitutto non mettere la testa sotto la sabbia. La dignità della città non si esprime rimuovendo i problemi, ma costruendo con l’impegno di ogni giorno la partecipazione attiva e democratica alla vita collettiva. Comprare o vendere i voti è un vero delitto, un atto violento e antidemocratico perché distrugge quello che i padri della Costituzione hanno conquistato con le loro lotte: il diritto alla libera espressione dell’opinione e della volontà popolare. Per reagire bisogna non mettere la testa sotto la sabbia e riacquistare la capacità e il coraggio di votare davvero liberamente. C’è bisogno di un vero cambio culturale.

Anche in questa occasione (almeno su alcuni aspetti che sembrano investiti dall’inchiesta), l’amministrazione Accorinti non si è limitata a dichiarazioni di principio, ma ha denunciato all’autorità giudiziaria i fatti di cui era venuta a conoscenza perché su questi si potesse fare piena luce, costituendo anche il Comune come parte civile in alcuni processi. La quantità impressionante di queste indagini indica che la città è malata e l’unica cura è la partecipazione attiva e libera di tutti i cittadini.

Problemi giudiziari riguardano anche l’attuale sindaco, Cateno De Luca, che sarà sotto processo il prossimo novembre e il prossimo giugno. In un’ottica di trasparenza e di legalità, così importante per la nostra città, ci sembra opportuno che il primo cittadino anziché chiedere rinvii delle udienze per “motivi istituzionali”, richieda il rito abbreviato per chiarire la sua posizione e giungere non alla prescrizione, ma (ci auguriamo) alla assoluzione dai reati ascritti, in modo da lavorare nella massima serenità e senza alcuna ombra nell’interesse suo e dei cittadini che amministra.

Se alcuni amministratori di nostra nomina nelle società partecipate hanno agito contro l’interesse pubblico avvertiamo questo come un tradimento. Un fatto è certo: questi atti, se realizzati, sono stati effettuati senza alcuna connivenza con l’amministrazione Accorinti. Nella piena fiducia verso l’azione della magistratura, riteniamo necessario che ogni forma di malamministrazione venga estirpata per il bene e la rinascita di Messina».

Aggiornamento: La risposta del sindaco Cateno de Luca.

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