Mentre a Messina si è ancora alle prese con alcuni cittadini che, in mancanza dei cassonetti, gettano l’immondizia per strada, un emendamento del Movimento 5 Stelle premia i comuni virtuosi in tema di raccolta dei rifiuti. I centri che raggiungeranno il 65% di differenziata riceveranno 15 milioni di euro da spendere per progetti di recupero e riciclo dei materiali. “C’è una Sicilia che ama premiare chi crede nella differenziata – afferma Giampiero Trizzino – noi rispondiamo in questo modo a quegli assessori che vogliono punire i cittadini con la costruzione di nuovi inceneritori”.
Un finanziamento che Messina non riceverà mai. Investita periodicamente da un’emergenza rifiuti, la città deve fare i conti con la totale anarchia che “disciplina” il conferimento dell’immondizia e la successiva raccolta. Mancano i cassonetti, mancano i mezzi sicuri e manca soprattutto il rispetto delle regole. In questo scenario, prospettare percentuali così alte di raccolta differenziata significa sognare ad occhi aperti. Ciò che è la norma in molte città italiane (dal nord al sud), a Messina è solo utopia.
Eppure, l’amministrazione Accorinti aveva cercato di invertire la rotta lanciando la famosa raccolta “porta a porta”. Un’iniziativa che, nonostante i proclami, non è ancora partita. E visti i tempi, è impossibile non essere diffidenti e adottare il metodo di San Tommaso: “se non vedo, non credo”.
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