Giovedì 11 febbraio, la Segreteria Provinciale del SAP (Sindacato Autonomo di Polizia) ha organizzato una distribuzione di cartoline indirizzate al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, davanti alla sede della Questura di Messina, contenenti un appello per un suo intervento a favore del comparto sicurezza. I motivi della mobilitazione sono: la debilitazione dell’apparato della sicurezza e la repressione della libertà costituzionali nei confronti dei colleghi che hanno segnalato in tv le numerose carenze strutturali e logistiche, armi vetuste, autovetture non efficienti, scarsa formazione, divise insufficienti.
Le denunce pubbliche del Sap hanno prodotto una violenta reazione che ha sottoposto i suoi dirigenti a procedimenti disciplinari, sospensione dal servizio e deferimenti all’Autorità Giudiziaria. L’attuale situazione ha portato la Segreteria Nazionale a mobilitarsi su tutto il territorio nazionale ed il Segretario Generale Gianni Tonelli ad iniziare dal 21 gennaio scorso un rigoroso sciopero della fame. Mentre venerdì 12 ci sarà un volantinaggio davanti al Viminale, unitamente ad altre sigle della categoria.
Mercoledì 10 febbraio, i poliziotti di questa città, si riuniranno in assemblea, per solidarizzare con i colleghi vittime della repressione della libertà sindacale e per dibattere sui temi della protesta. “Il SAP – precisa la nota – ritiene che in democrazia ci si confronta e in uno stato di diritto anche lo Stato stesso è soggetto alle regole. Ci sono principi costituzionali inviolabili come la libertà di pensiero, la libertà di associazione, le libertà sindacali delle categorie, la partecipazione democratica prevista peraltro dall’art. 1 della nostra Carta. Questa Organizzazione sindacale lotterà sempre con tutti gli strumenti consentiti dall’ordinamento e con le forme di lotta e dissenso garantiti dalle leggi, perché, ritiene che la sicurezza dei cittadini sia un bene irrinunciabile che gli uomini e le donne della Polizia di Stato vogliono garantire ma la cui efficienza è pregiudicata da pesanti tagli di bilancio e politiche inefficaci“.
(90)